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lunedì 15 marzo 2010



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Una mano



poggiata lieve



All’incavo della schiena



Accompagna il mio passo.



Racconta



La presenza di un’assenza



Che tradisce la sua età.





Cammino



Privata del mio nome,



privata del futuro



imprigionata eternamente,



come insetto nella morbida ambra,



tomba dorata ed eterna.





Una mano



Poggiata lieve



Piccola, ancorata alla mia.



Accompagna il mio passo



Ricordando



L’assenza di una presenza



Che tradisce la mia età.

giovedì 24 luglio 2008

L'ADSL ancora non va, scusate la latitanza, posso connettermi solo in versione spia segreta dal lavoro e non è mica facile, ma ormai ho le crisi di astinenza da blog (oltre che da oppio). Ieri sera è stata una bella serata passata ad ascoltare Treves. Ho scritto una cosa tra il buio, la musica, la birra e l'estate. Sono appunti, mi serviranno per ricordare questa serata.



MILANO, IDROSCALO, ESTATE


I capelli sciolti


sulla schiena nuda.


Una gonna gitana


e bracciali da schiava.


L'acqua nera della notte


e le luci riflesse che tremano.


Il blues


che si propaga nell'aria.


Gli amici e la birra fresca tra le mani.


I libri che vorrei leggere


e che leggerò.


Un aereo che decolla


sull'anima


e sogni


che metterò in valigia


pronti a partire.


La gioia di allontanarmi


per il sapore di appartenerti


e di farmi cercare.


La penna che scivola


sul buio di righe


che domani non saprò leggere


e gli occhi che cercano nel buio


la mia voglia di Essere.


Intorno a me solo uomini inutili


che scrutano guardinghi


la felinità della mia solitudine.


In questo istante di acqua di palude


bacerei il mondo


con la bocca di birra,


sotto un cielo d'estate


che rende tutto perfetto


anche la tua assenza


tra l'odore di fumo dei ragazzi davanti,


l'armonica nella bocca di Treves


e la voglia di eclissi.


domenica 22 giugno 2008

ELUCUBRAZIONI DA MOTORADUNO


(HURRICANES)


[youtube http://www.youtube.com/watch?v=htuxb-m4-ng&hl=it]


ASCOLTANDO GLI ONDA D'URTO: ricordo di Mr.While


Sogno di una notte di mezza estate, o forse è solo l'inizio con quella musica che sa di vecchi ricordi, come le voci giovani e quella camicia con le maniche stracciate che sarà un po' tamarra, ma fa tanto rock. Con il gruppo di amici vestiti da grandi, fatti di belle promesse di fumo, sudore e birra. E quello che suona e pizzica ogni corda del buon ricordo, di quando eravamo i migliori noi, quelli che non si schiffeggiavano con il veleno. La tua migliore chitarra, la mia migliore voce. L'amicizia più gande che scottava come il più grande tradimento e mi resta questa fede che giro sul dito e che oggi sento mia.



e .... ASCOLTANDO I CHERRY PIE:


ALL RIGHT NOW


Per il dolore che ora non sento


Per il ricordo che non ferisce più


Per la musica dei miei amici


Per il cielo nero sopra di me


Per ogni foglia che profuma d'estate


Per il trucco che oggi ho rifiutato


Per i capelli che se ne fregano


Per ogni giorno in più


Per ogni parola che riesco a scrivere


Per le volte che ti sento vicina


Per ogni preghiera che ascolti


Per ogni lacrima che trasformi in forza


... Per questa sera... all right now.


mercoledì 4 giugno 2008

FOTOPOESIA (?)

LA MUSICA DELLE MANI


La musica è fatta di mani,
mani che suonano
piste e canali
e gli alti e bassi
di questa serata






Mani che sentono
la musica sulle dita
e arpeggiano nel vuoto
la musica che è nell'aria,
accarezzano uno strumento
che non potrà mai scordarsi
come queste sere
come questi volti
come ogni volta che ritroviamo
questa unione.



La musica è fatta di mani
che corrono sulle corde,
che fondono l'accordo
con il plettro e la pelle
ora forte, ora dolce
carezzando
come fosse un ventre,
una sorgente,
una donna.




La musica è fatta di mani
che si stringono da sole
e vibrano di emozione,
che tamburellano,
giocano
e si ritrovano ancorate ad una nota
ad un pensiero
ad un ricordo
alla paura di un errore
e alla certezza di una nuova sfida
a noi stesse
ad ogni smorfia
e ad ogni sorriso.



La musica è fatta di mani
le vostre mani che suonano
e le nostre che applaudono,
mani che sole restano ad ascoltare
mani che si salutano
mani che vanno via
cantando sulla strada
la musica fatta di mani.





(In foto in ordine di apparizione: Le mani del fonico del Muddy Blue, le mani di Gibson, Scrigno+
Roberto Lacchini alias Rock'n'roll Animal, Monicanta e un attento avventore)



lunedì 19 maggio 2008







GLI SPARTITI NELLA TASCA


E' che sono nella tasca,
nella tasca della vita,
nella tasca della tua chitarra.
Non c'è posto per me,
sono nella tasca del silenzio.

Nella tasca dell'amore
che non è uno quel tramonto dorato.
Nella tasca del sogno
che si è seccato
nel colore del mio viso
che diventa amaro,
nel tuo viso
che suona lontano.

giovedì 15 maggio 2008



Catrame e fieno
nella mia vita
di radici d'erba e
acqua salmastra,
di vie fluviali che
partono per non tornare.


Catrame e fieno
in questa notte
che non è estate
con le mie urla
nella musica acustica
e lacrime d'asfalto.


Catrame e fieno
chi vive
solo per una stagione
chi è disposto
a farsi calpestare
pur di riportarmi a casa.


E questa notte
odio la mia vita
perchè non mi appartiene
la mia vita
fatta di lamiere contorte
e sangue
sparso su
catrame e fieno.

venerdì 2 maggio 2008


IL CHITARRISTA DEL LEONCAVALLO


E così quel poco di arte


che ti è rimasta


in fondo all'anima


se ne va


tra un grido rimasto


sulla maglia sgualcita


e del fumo che passa


di mano in mano.


Chiedi silenzio


e trovi sei corde,


nasce la musica


e vai lontano


tra due occhi


che ti ascoltano


e quattro ricordi


che vuoi dimenticare.





Così mercoledì sono andata al Leoncavallo, ad accompagnare L. che non c'era mai stato. E potrei raccontare tante cose, come i bonghi suonati alla luce del camino, o il senegalese alto due metri. Di come il fumo si mescolasse tra gli insulti ad Allah e la disquisizione tra il senegalese onnipresente di cui sopra e due egiziani, su come l'Africa sia le merde du monde (parole loro)


.. oppure potrei raccontare di come è stato bello risentire "Anna e Marco"....


Anna come sono tante
Anna permalosa
Anna bello sguardo
sguardo che ogni giorno perde qualcosa
Se chiude gli occhi lei lo sa
stella di periferia
Anna con le amiche
Anna che vorrebbe andar via

Marco grosse scarpe e poca carne
Marco cuore in allarme
con sua madre e una sorella
poca vita, sempre quella
Se chiude gli occhi lui lo sa
lupo di periferia
Marco col branco
Marco che vorrebbe andar via

E la luna è una palla ed il cielo è un biliardo
quante stelle nei flipper sono più di un miliardo
Marco è dentro a un bar
non sa cosa farà
poi c'è qualcuno che trova una moto
si può andare in città

Anna Bellosguardo non perde un ballo
Marco che a ballare sembra un cavallo
in un locale che è uno schifo
poca gente che li guarda
c'è una checca che fa il tifo
Ma dimmi tu dove sarà
dov'è la strada per le stelle
mentre ballano si guardano e si scambiano la pelle

E cominciano a volare
con tre salti sono fuori dal locale
con un aria da commedia americana
sta finendo anche questa settimana
Ma l'America è lontana
dall'altra parte della luna
che li guarda e anche se ride
a vederla mette quasi paura

E la luna in silenzio ora si avvicina
con un mucchio di stelle cade per strada
luna che cammina
luna di città
poi passa un cane che sente qualcosa
li guarda, abbaia e se ne va

Anna avrebbe voluto morire
Marco voleva andarsene lontano
Qualcuno li ha visti tornare
tenendosi per mano


lunedì 21 aprile 2008


Poi la pianto, promesso, con il viaggio a Lisbona, ma ho ritrovato questi appunti presi una sera, nel quartiere Alfama, in un ristorante minuscolo e intimo dove suonavano e cantavano il Fado live. Ho passato la sera incantanta a guardare le dita del chitarrista... si sa che sono un mio debole. Il chitarrista in questione avrà avuto circa 65 anni e un sorriso dolcissimo. Gli ho regalato queste parole in italiano e lui mi ha dedicato la sua musica che sa parlare tutte le lingue del mondo..

p.s. le immagini sono scadenti, le ho trovate su you tube, e sono girate proprio nel ristorante di cui vi ho parlato: il Coracao de Alfama.


[youtube http://www.youtube.com/watch?v=WYRhKfJmAGg&hl=en]








Este é o meu Fado

Due occhi antichi
in una luce soffusa
e la musica che prende
il colore della malinconia.

Dita eternamente giovani
accarezzano accordi
di giochi proibiti,
di navi salpate,
di amore lontani.

Ricordi non più sbiaditi
che tornano ad intrecciarsi
a note struggenti.

Ricordi che appaiono
e scompaiono
dietro veli di scialli,
immortalati in voci
che si rincorrono
e disegnano
brividi sulla pelle.

Ricordi che sono
un sorriso svelato
in questa notte
e lacrime nell'anima
in ogni tempo.
Este é o meu Fado

mercoledì 9 aprile 2008

Come anticipato a Star, anche per oggi niente foto, ci siamo addormentati alle 9 come i bambini. Vi lascio però qualche parola in ordine sparso (vietato chiamarla poesia) che ho scritto seduta sugli scogli a Cascais - Boca do Infierno - (dove mi sono bellamente ustionata)



E' il popolo del mare


che si ritrova ad ogni riva.


E' il popolo del mare


fatto di onde e pescatori,


di scogli e di poeti.


E' il popolo del mare


che raccoglie gli sguardi


di chi è già andato via,


che riaccende i sorrisi


e rinnova le malinconie.


E' il popolo del mare


che sa che dovrà tornare


e restare sulla scogliera


in silenzio


ad ascoltrare la vita


che il mare regala.


dedicata a tutti i miei amici del mare, che sono nel mio cuore e che compaiono ad ogni riva


ed in particolare a Daniele, Alberto, Cesare


giovedì 26 febbraio 2004

Dalle cassepanche de...

Dalle cassepanche della soffitta, tra vecchi appunti e naftalina, un foglio azzurro che sa di amaro che merita di prendere aria. Niente di quello che resta nascosto può portare nuova gioia, niente di quello che resta immutato può esser vita. E vita sia, con tutto il male, con tutto l'amore, con la brezza nei capelli apro le porte al mio nuovo volo...


GABBIANO


Io,


seduta sulla banchina del porto


aspetto la nave per il nuovo mondo.


Tu,


lo sguardo immerso


in un infinito mare di visi sfuggiti e cose vissute,


mi guardi dall'alto e volteggi per me.


Plani sulle mie labbra e mi accogli tra le tue ali


... poi, silenzioso, atterri.


Noi,


ancorati alla riva del mondo,


guardiamo l'onda che non coglieremo mai


avanzare, innalzarsi e morire sulla spiaggia


accarezzando appena


i nostri piedi immersi nella vita.



Imparare a volare mi è servito comunque ad imparare a riconoscere la rotta.... buon volo



martedì 24 febbraio 2004

ONDEImmagina:Il ...

ONDE


Immagina:


Il rumore irripetibile di un'onda,


uguale solo a se stesso...


Siedi sulle ginocchia del mare e


ascolta il suo respiro:


un chiacchericcio composto da un lieve rullio,


incalzato da un abbraccio più ampio


e da un dolce crepitio di conciglie vibranti,


simili solo al respiro di due amanti esausti.


Caorle, spiaggia di ponente 27/08/2003