venerdì 30 maggio 2008

Mail di Laura al suo Prof/editore...


... è come se tu fossi riuscito a cucinare delle lasagne avendo in frigorifero solo una crosta di formaggio ammuffito. E che sia dato alle stampe.....


p.s. Grazie Wally :)

RAGNO = NOVITA'?


Sottotitolo: Piccole Donne Crescono



[youtube http://www.youtube.com/watch?v=M2xfmKTQHVk&hl=en]



Ok ok non mi devo esaltare..... MA NON CI RIESCO!!!!!!!!!! Avete presente il mio racconto sul ragno???? Ecco... verrà pubblicato sulla rivista letteraria pagina uno nel numero in uscita ad ottobre. Gli editori hanno deciso di cambiare il titolo (che effettivamente era debole, brava Star) e il nuovo titolo darà una chiave di lettura metaforica con valenza sociale... lo so che vi sembrerà strano... ad ottobre capirete meglio.


Che dire mi sento come Jo March in Piccole Donne quando le pubblicano i racconti ... Avevo chiesto un parere al mio Angelo, direi che è arrivato. Grazie Nonna... come vedi forse le piccole donne crescono.... ed era ora :)







Ci sono cose di una giornata che ti porti nel letto, sensazioni per lo più, che a raccontarle perdono già qualcosa ma, se sei fortunato, riesci a ricordare almeno fino a quando le palpebre diventano pesanti.

Come quel bambino visto nella vetrina del barbiere, seduto in soggezione sulla poltrona e una pila di cuscini, mentre il barbiere (che somigliava forse nella sua fantasia a mangiafuoco) passava attento la forbice sui suoi capelli e veniva voglia di baciare quella nuca scoperta e quei capelli sottili profumati di coccole. Ed è stato un attimo pensare al mio piccolo, al suo faccino pulito di quando torna dal parrucchiere, quel sorriso dolce che sta crescendo, a quei capelli lisci che si stanno facendo più spesso. Ha detto che non fa più tante cose insieme alla zia, ha ragione il cucciolo. Quante cose ho trascurato in mezzo a questa marea? Quanto ho perso della mia vita e del mio ruolo di zia? Non si può far altro che rimediare, appena finisce la scuola, piccolo, ci inventiamo una seratina delle nostre. Parola di zia.

Oppure l'autostrada che era stranamente trafficata e che mi ha fatto pensare a camera mia, alle estati con mia sorella quando lasciavamo i vetri spalancati e, con gli occhi sbarrati nel buio, ascoltavamo il rumore dell'autostrada aumentare a mano a mano che si avvicinava la fine di luglio e l'agognato giorno della partenza per il mare.

Oppure cambiare stazione alla radio, e sentire solo le parole "time after time", e abbassare il volume e continuare a cantarla nel buio che scorre sotto le ruote e la pioggia che scivola via dal vetro. Passare il casello e sentire quella canzone che pochi mesi fa ti ho dedicato, che era la speranza che sembrava tornare... per poi andare via, e scoprirmi a soffrire per una nuova canzone, ancorandomi a quel briciolo di luce che vedo più in là e che, ne sono sicura, non sono i man at work. E arrivare quasi alla mia uscita e sentie That's What Friends Are For e rivedermi una mocciosa che salutava il papà prima della buona notte, mentre in tv scorreva il video, forse era non solo moda che andava in onda la domenica sara, o qualcosa di simile.

p.s. lo rileggo domani, se ci sono degli errori, chiudete gli occhi che è ora della nanna.

mercoledì 28 maggio 2008

La vecchia al rappresentante: "guardi questi accessori rischiano di diventare una tragedia" (*)
Il rappresentante con un fare sdrammatizzante: "Ma no signora, le assicuro che c'è di peggio"
e la vecchia: "certo con i mobili i problemi sono anche peggio"



.... domanda di Lala


ma non capisce che c'è una vita al di fuori degli scovolini per il cesso?


(*) ndr: c'era un difetto di fabbrica (erano scollati in un punto nascosto)





COME ERAVAMO
(postumi della 200entesima visione)



[youtube http://www.youtube.com/watch?v=JBEf5cOOr_8&hl=it]


Pensavo che tra poco è giugno e pensavo che il piccolo, diceva che una cosa era "giugno" per dire che era gratuita.

E penso al giugno di due anni fa. Il matrimonio, il giorno più vicino all'inizio dell'estate, al sole, i colori, ad ogni centimetro di pelle pronto a sentire caldo, a sudare, ad essere pelle viva. E penso alle paludi, alle praterie, al deserto, alla strada, alla baia che ci aspettavano, tutte apparecchiate come avevamo voluto, come eravamo.

E penso a giugno dell'anno scorso. A Pess, a quella sera, a quel locale, a quella rabbia che mi ha ricordato di avere. Penso a quella mano tesa, ai piedi nudi e la pizza nel cartone, a quanto mi abbia fatto ricordare quanti colori può avere un tramonto... e un'alba... la mia. Sarà per questo, sarà sempre per questo che lo guarderò così incontrandolo a New York, lui accompagnato dalla sua donna, io ancora incastrata nelle mie battaglie, così come eravamo.

E penso al giugno che sta arrivando, che arriverà con un we lungo a fine settimana. Sento ora il caldo dei riflettori della giornata attenuarsi fino a spegnersi e, se dio vuole, forse mi sta venendo sonno. Penso alle scorie di questa giornata mastercard alla scelta che ho fatto alla battaglia che farò e penso che questa volta l'inizio dell'estate, questo giugno, è tutto nelle mie mani, indipendente e cocciuto, fragile e indifeso come me, come ero, come sarò.

martedì 27 maggio 2008

MOMENTO MASTERCARD .... CIAK 2 (Vedasi post monicanta)


Sta mattina ho dato le dimissioni, ciao ragazzi ciao. Ho lasciato due mesi di preavviso perchè sono una persona corretta anche nei confronti di chi corretto con me non lo è stato. Così resto fino a fine luglio e poi parto con la mia paperella per il mare e ..... a settembre matite pronte per l'università. Ho parlato anche con i miei genitori (fino alle 17.00!!!) e hanno capito. Mi hanno stupito come sempre, perchè quando il gioco si fa duro, loro tirano fuori tutte quelle parole che fanno di loro due splendidi genitori.


Steve, mio marito, è stato grande e mi ha aiutata a capire e ad avere forza e per questo lo ringrazierò sempre.


Ora sono qui in ufficio, con la vecchia malefica basita che non proferisce parola.. e la mia soddisfazione è indescrivibile. Magari sarà una follia (come la vecchia mi ha detto con disprezzo) ma già questi minuti di gloria, la rendono una meravigliosa follia e quindi


MANDARE A CAGARE CHI TI HA SEMPRE UMILIATO


E HA SEMPRE DETTO CHE IL TUO LAVORO ERA INUTILE



NON HA PREZZO



venerdì 23 maggio 2008

THERE'S A MESSAGE IN THE BOTTLE


Qualche masochista forse ricorda che il mese scorso, di ritorno dal Portogallo, ho postato questa "cosa" qui:


E' il popolo del mare


che si ritrova ad ogni riva.


E' il popolo del mare


fatto di onde e pescatori,


di scogli e di poeti.


E' il popolo del mare


che raccoglie gli sguardi


di chi è già andato via,


che riaccende i sorrisi


e rinnova le malinconie.


E' il popolo del mare


che sa che dovrà tornare


e restare sulla scogliera


in silenzio


ad ascoltrare la vita


che il mare regala.


dedicata a tutti i miei amici del mare, che sono nel mio cuore e che compaiono ad ogni riva


ed in particolare a Daniele, Alberto, Cesare


Bhè, mentre ero seduta a Boca do Infierno, a scrivere le parole di cui sopra, ho pensato di inviare una cartolina all'indirizzo che ricordavo di Cesare appunto, uno degli amici della dedica (l'unico dei tre che avevo perso di vista).. e gli ho lasciato la mia mail. Una sorta di messaggio nella bottiglia lanciato nell'oceano e raccolto dal giusto destinatario. Mai avrei pensato di riuscire a rintracciarlo, ma oggi è arrivata la sua mail




  • "un tuffo nel passato di quasi 20 anni:
    è comparso immediatamente il tuo volto con i lunghissimi capelli
    biondi, le lentiggini sul naso e i grandi occhi azzurri..."






  • E' per lui che ho scritto la mia prima "poesia" a 14 anni... ma non lo sa. E se qualcuno di voi vuole prendersela con qualcuno per avermi iniziato alla scrittura, posso sempre girarvi il suo indirizzo hehehehe.






  • ... A riprova che i messaggi nella bottiglia qualche volta vengono raccolti.... capito?????


Ho capito una cosa: LAVORO CON UN COGLIONE e siccome da solo, senza gli amici Palla e Pisello, non serve a nulla.... E' UN COGLIONE INUTILE.


(collana Stille di Saggezza)

giovedì 22 maggio 2008

Visitando il sito di Ivan ho trovato questa piccola perla e mi sono tornate in mente le sere dove il mio amante era il libro e la mia amica la penna. Quelle sere che provavo a scoprire il mondo e mi fermavo a pensare al Trottoir, quando ancora era in Brera e non era ancora stato violentato dal trasloco.


Ritratto al Trottoir


mai cosa scrivere


in tali momenti dormienti


gettato tra l’ombre


d’un invisibile cavaliere solitario


smarrito per strada


d’animo, d’amore e d’armatura.


d’un umile decoro dipinto


limpido d’una frase non detta


rugiada tenera brina


nella sera Brera rada schiocca


le dita con l’unghia


di pensieri nervosi zitti.


è un cappello goliardo


di traverso a’un lancia sassi


un Michelangelo scolpito


dal fumo fiamma delle candele


e la polvere sullo sguardo


al tatto poesia s’alza







Questa sera ho ritrovato le atmosfere di un paese. Ho tenuto un'assemblea e poi ho camminato per il centro, per la piazza vuota, sotto il campanile con l'orologio rotto, con la gelateria che sembrava un'oasi di luce in mezzo al buio alogeno. E così sono entrata con la faccia tosta e il mio euro e quaranta chiedendo se c'era un cono da un euro e quaranta perchè non avevo altri soldi con me, lo so sono un disastro ma viaggio sempre senza soldi, quindi inutile derubarmi. Mi ha sorriso è stato carino, mi ha detto "vieni entra" ed era la prima volta che lo vedevo. E poi sono andata nel laboratorio del mio amico panettiere, gli ho bussato "esci c'è una serata meravigliosa" e siamo stati a parlare piano al buio per un'ora. Sembrava di essere tornata a quelle serate a Caorle, quando nel buio parlavo sul balcone con Alberto o Daniele, mentre lottavamo per non andare a letto, che là fuori c'era ancora vita e noi volevamo essere là sulla strada in fondo alla via.
E Massi è fortissimo, quando gli parlo mi guarda come se stesse parlando l'oracolo, come se fosse tutto una meraviglia quello che racconto. E' come Forrest Gump Massi, non gli manca qualche rotella ma è impermeato di candore. Ha 40 anni ed è puro, nell'anima, nei sentimenti. E' lo sguardo di un bambino nel corpo di un adulto. Con massi due chiacchere non durano mai meno di un'ora e se domani il paese resta senza pane la colpa sarà solo mia. Chiedo scusa alla cittadinanza :)

mercoledì 21 maggio 2008



(la mia prima macchina seri ... sui navigli la vendono già come modernariato)


Insomma, il tempo passa, sabato arriva, la fifa aumenta. Ci siamo, è ora di prendere delle decisioni e di comunicare al mondo che sto cambiando. Il mio mondo, sia chiaro, quello della mia famiglia, dei miei amici.


Più che altro mi preoccupa dirlo ai mei genitori, sentirmi attaccata da loro perchè ho deciso di fare questo passo dell'università. Non volevano che la facessi a 20 anni, figuriamoci a 32, poi lettere insomma, è una facoltà che "non ti da nulla". Non esci con un titolo che rende orgogliosi i genitori tipo, che ne so, Ing. Arch. Dott. Lì esci che sei una utopica sognatrice acculturata con la targa, sempre che uno ne esca. Perchè se poi non la finisci sei una utopica sognatrice stupida e fallita... come tutti i sognatori, salvo poi farli schiattare e vendere anche la lista della spesa scritta di loro pugno.


E mi sento stupida pensare di dovere dare spiegazioni del genere a questa età, ma vorrei che loro capissero, magari che non approvassero, ma almeno capissero che per me è una necessità, non un vezzo. Avessi voluto giocare a fare la scrittrice mi sarei comprata la macchina da scrivere di Barbie a otto anni, non avrei certo investito i soldi dell'eredità del nonno come borsa di studio. Perchè, nonostante l'opinione di molti, per scrivere qualunque cosa serve una solida base culturale che sicuramente il tecnico non ti da. E poi penso che in una laurea del genere sia fondamentale lo scambio, il sentire, il parlare perchè tutto quello che impari da solo ti da molte informazioni ma spesso nel dibattito si scoprono cose di se stessi che non sierano mai pensate prima... almeno a me capita molto.


Insomma in questi giorni sarò in menata e nevrotica, abbiate pazienza... si lo so lo sono sempre.. ma almeno sta volta sapete il perchè.

martedì 20 maggio 2008

REFERENDUM


Ok sono stata invitata ad un matrimonio a giugno ...votate il vestito che dovrei mettere.... p.s. quello sotto ha una fantasia pastello ma in foto non si vede.










Sto scrivendo un curriculm molto particolare, dove le mie aspirazioni hanno preso il posto delle esperienze lavorative. E' tutto un mondo alla rovescia che forse sta per iniziare. E tra le mie canzoni preferite ho aggiunto quella che più recentemente mi ha fatto emozionare e pensare. E' quella canzone che hai cantato abbracciando la chitarra e sorridendomi con lo sguardo (e io sono rimasta in piedi).
Porto tutto il mio bagaglio di emozioni in questo curriculum di vita, e mi rendo conto che ognuno mi ha insegnato qualcosa, da Mr. While in poi. Non mi prenderanno, ne sono certa ma... riuscire a provocare uno tzunami lanciando solo una conchiglia nell'oceano, sarebbe davvero un grandissimo risultato.


P.s. Grazie testone perchè mi spingi con il muso a restare con le vene per terra e la testa tra i sogni.

lunedì 19 maggio 2008

E siccome quando sto bene scrivo in prosa e quando sto male scrivo in "poesia" e siccome la Star ha capito come fare finta di commentare le cose che scrivo, riporto qui un appunto preso sabato sera, e ringrazio anche io tutti quelli che c'erano seduti al tavolo con me, o lontani qualche kilometro. Voi non sapette perchè siete stati importantiper me, ma io si.


APPUNTI

Montagna,
sapori contaminati
come i sorrisi,
le idee,
l'amore.
Restano fedeli
le note,
l'amicizia
e questa voce
rimasta silenzio
per troppo tempo.
Questo giorno
eterno che non vuole finire,
che resta attimo infinito.
Questa mano
che non cogli,
questo bacio
che non vuoi,
mentre le corde
e il luppolo
scendono sulla carta
e nell'anima
.







GLI SPARTITI NELLA TASCA


E' che sono nella tasca,
nella tasca della vita,
nella tasca della tua chitarra.
Non c'è posto per me,
sono nella tasca del silenzio.

Nella tasca dell'amore
che non è uno quel tramonto dorato.
Nella tasca del sogno
che si è seccato
nel colore del mio viso
che diventa amaro,
nel tuo viso
che suona lontano.

sabato 17 maggio 2008

 
"Io posso dirti che ha una bella voce, è una persona dolce, sensibile, dotata
di molta energia, caparbia, volenterosa.

Si chiama Laura, 32 anni."


.... Grazie oggi sono parole di vitale importanza per me. Ti voglio bene testa.

venerdì 16 maggio 2008


E così mi trovo seduta sotto questo portico a bere da una tazza fumante, con il tavolo coperto da libri che ho appena letto e il racconto che aspetta di essere scritto.


Iniziano a piovere gocce di ricordi che scendono su catrame afoso e mi trovo a pregare come se fossi sulla mia scogliera, come se fosse settembre con il paese che si prepara a restare di nuovo solo.


Mi scopro a fare voti laceranti pur di avere ciò per cui prego... e mi trovo meschina e disperata a pregare per la mia felicità, come direbbe l'Alda "Se Dio mi assolve lo fa per per insufficienza di prove"


Noi che la penitenza era 'dire fare baciare lettera


testamento' .


Noi che ci sentivamo ricchi se avevamo 'Parco Della Vittoria


e Viale Dei Giardini ' .


Noi che i pattini avevano 4 ruote e si allungavano quando


il piede cresceva.


Noi che chi lasciava la scia più lunga nella frenata con la


bici era il più figo.


Noi che il Ciao si accendeva pedalando.


Noi che suonavamo al campanello per chiedere se c'era


l'amico in casa.


Noi che dopo la prima partita c'era la rivincita , e poi la


bella , e poi la bella della bella .


Noi che giocavamo a nomi, cose, animali , città . . (e la


città con la D era sempre Domodossola) .


Noi che ci mancavano sempre quattro figurine per finire


l'album Panini .


Noi che avevamo il 'nascondiglio segreto con il passaggio


segreto .


Noi che ci divertivamo anche facendo 'Strega comanda


colori ' .


Noi che le cassette se le mangiava il mangianastri ,


e ci toccava riavvolgere il nastro con la bic.


Noi che al cine usciva un cartone animato ogni dieci anni e


vedevi sempre gli stessi tre o quattro (di Walt Disney) .


Noi che sentivamo i 45 giri nel mangiadischi e adesso se ne


vedi uno in un negozio di modernariato tuo figlio ti chiede


cos'è


Noi che le barzellette erano Pierino, il fantasmaformaggino


o un francese,un tedesco e un italiano.


Noi che ci emozionavamo per un bacio su una guancia.


Noi che si andava in cabina a telefonare.


Noi che c'era la Polaroid e aspettavi che si vedesse la


foto.


Noi che andavamo a letto dopo il carosello (Milo io non sono così vecchia :D )


Noi che suonavamo ai campanelli e poi scappavamo.


Noi che ci sbucciavamo il ginocchio, ci mettevamo il


mercuro cromo, e più era rosso più eri figo.


Noi che la Barbie aveva le gambe rigide


Noi che nelle foto delle gite facevamo le corna ed eravamo


sempre sorr identi .


Noi che quando a scuola c'era l'ora di ginnastica partivamo


da casa in tuta.


Noi che a scuola ci andavamo da soli , e tornavamo da soli .


Noi che se a scuola la maestra ti dava un ceffone, la mamma


te ne dava 2.


Noi che se a scuola la maestra ti metteva una nota sul


diario , a casa era i l terrore.


Noi che le ricerche le facevamo in biblioteca, mica su


Google.


Noi che il 'Disastro di Cernobyl ' vuol dire che non


potevamo bere il latte alla mattina.


Noi che si poteva star fuori in bici il pomeriggio.


Noi che se andavi in strada non era così pericoloso.


Noi che sapevamo che ormai era pronta la cena perché c'era


Happy Days.


Noi che il primo novembre era 'Tutti i santi ' , mica Halloween.


Noi che se la notte ti svegliavi e accendevi la tv vedevi


il segnale di interruzione delle trasmissioni con quel


rumore fastidioso.


Noi che abbiamo avuto le tute lucide che facevano troppo


figo.


Noi che l'unica merendina era il Buondì Motta e mangiavamo


solo i chicchi di zucchero sopra la glassa


Noi che all ' oratorio le caramelle costavano 50 lire . .


Noi che si suonava la pianola Bontempi. .


Noi che la Ferrari era Alboreto, la Mc Laren Prost, la


Williams Mansell , la Lotus Senna e Piquet e la Benetton


Nannini e la Tyrrel a 6 ruote! ! ! ! !


Noi che guardavamo allucinati il futuro con Spazio 1999


Base Lunare Alpha.


Noi che il Twix si chiamava Raider e faceva competizione al


Mars.


Noi che nei mercatini dell ' antiquariato troviamo i


giocattoli di quando eravamo piccoli e diciamo "guarda! te


lo ricordi?" e poi sentiamo un nodo in gola


Noi che le mamme mica ci hanno visti con l' ecografia



NOI CHE SIAMO ANCORA QUI E CERTE COSE LE ABBIAMO


DIMENTICATE E SORRIDIAMO QUANDO CE LE RICORDIAMO.


QUESTA è LA NOSTRA STORIA.. .



GRAZIE A DJ MILO


giovedì 15 maggio 2008



Catrame e fieno
nella mia vita
di radici d'erba e
acqua salmastra,
di vie fluviali che
partono per non tornare.


Catrame e fieno
in questa notte
che non è estate
con le mie urla
nella musica acustica
e lacrime d'asfalto.


Catrame e fieno
chi vive
solo per una stagione
chi è disposto
a farsi calpestare
pur di riportarmi a casa.


E questa notte
odio la mia vita
perchè non mi appartiene
la mia vita
fatta di lamiere contorte
e sangue
sparso su
catrame e fieno.

mercoledì 14 maggio 2008


Tempo fa Monica aveva postato la foto di uno spot sull'anoressia e, se anche sono ben lontana dall'essere anoressica, penso a volte a quell'immagine. Sono dimagrita quasi 16 Kg, lo dice la bilancia, eppure mi vedo esattamente come prima. Quando indosso i vestiti certo, mi stanno larghi, soprattutto i jeans, anche quelli di una taglia in meno si sfilano senza slacciare il bottone, però non cambia l'immagine di me che vedo nello specchio. Lo sguaro si ferma sempre lì su quella pancia che sembra sempre sconfinata e su quel sedere che fa provincia... eppure so che si sono un po' ridotti. Mi impressiona come l'immagine di me che ho nel cervello sia comunque immutabilmente grassa... ma per ora mi andrà bene così, sarà come mettere avanti la radiosveglia di un tot di minuti per stimolarmi a fare in fretta, sapendo che non sono poi così in ritardo.











Luca Madonia con Carmen Consoli


Guardo i tuoi occhi, oltre i tuoi occhi
ma non riesco più a vedere

un mondo tutto tuo che non mi appartiene
che non so capire e mi pento

Ma dimmi cos'è, cos'è che poi ti porta via da me

e vola ti prego amore vola,
fatti trasportare dal vento della tua età,
e vola anche più in alto, planando poi col vento,
col vento della tua età, dell'età,

e tutte le occasioni lasciate poi per strada,
poi cambiano le facce, le voglie i desideri


Ma il tempo ha i suoi tempi, capisco anche i tuoi dubbi,
e i ruoli a volte lasciano un po' perplessi anche i padri

Ma dimmi cos'è, cos'è che poi ti porta via da me

e vola ti prego amore vola,
fatti trasportare dal vento della tua età
e vola anche più in alto
planando poi col vento,
col vento della tua età, il vento dell'età,

oh..vola...
e vola anche più in alto
planando poi col vento,
col vento della tua età,
il vento dell'età...




LA CUCINA



Guardava la sua cucina così disastrata. L'aveva pulita per ore, immaginando minuziosi dettagli che la rendessero quella dei suoi sogni. E ora i piatti invadevano il lavello e il piano. Gli scarti della sua vita restavano serviti nei piatti incrostrati. Avrebbe dovuto svuotare la lavastoviglie e fare posto ai piatti sporchi, dieci minuti e tutto sarebbe tornato al suo posto, ma era stanca. Il solo pensiero di alzare un braccio le costava una fatica disumana e così restava appoggiata al muro, con la bottiglia in mano, a guardare tutto quello scempio di sogni diventati rifiuti. Sapeva piangere, solo piangere. Ma non di quei pianti da accademia, con urla e strepiti. Un pianto senza sussulti e grida, due lacrime infinite che scivolavano sul volto e silenziose si asciugavano da sole lasciando due occhi gonfi che potevano nascondersi semplicemente con un po' di trucco.

La tavola restava abbandonata, le sedie non accostate, come se qualcuno si fosse alzato di corsa da lì. E invece no. Le sedie erano rimaste vuote come lo stomaco che si rifiutava di mentire, che gridava e piangeva come gli occhi non sapevano fare. Se ne fregava lui, se non stava bene. Una tavola apparecchiata ha senso solo quando una famiglia si siede per cenare, chiaccherare, condividere ed amare. E possono essere tante le sedie pronte o solo una ... ma è l'armonia che fa di un tavolo una cucina, una casa, un posto dove stare e sentirsi al sicuro. La cucina quella sera era un campo di battaglia

martedì 13 maggio 2008

Com'è che la gente ricorda semre i propri diritti


e mai i propri doveri?



sottotitolo: oggi sono incazzata con il mondo

... Questa mattina in radio ...


Dalla sua cella lui vedeva solo il mare
ed una casa bianca in mezzo al blu
una donna si affacciava.... Maria
E' il nome che le dava lui
Alla mattina lei apriva la finestra
E lui pensava quella e' casa mia
Tu sarai la mia compagna Maria
Una speranza e una follia

E sogno' la liberta'
E sogno' di andare via, via
E un anello vide gia'
Sulla mano di maria

Lunghi i silenzi come sono lunghi gli anni
parole dolci che s'immagino'
questa sera vengo fuori maria
ti vengo a fare compagnia
E gli anni stan passando tutti gli anni insieme
ha gia' i capelli bianchi e non lo sa.
questa sera vengo fuori maria
vedrai che bella la citta'

e sogno' la liberta'........

e gli anni son passati tutti gli anni insieme
ed i suoi occhi ormai non vedon piu'
disse ancora la mia donna sei tu
e poi fu solo in mezo al blu'

vengo da te mari'

domenica 11 maggio 2008


AUGURI MAMMA



Tratto da “La messa dell’uomo disarmato” di Luisito Bianchi




- Ascolta – continuò – è la stessa canzone di quando ti faceva addormentare sulle sue ginocchia.


- Ci godemmo quella voce che ci richiamava finestre spalancate di buon mattino e lenzuola penzolanti, bucati stesi ad asciugare nell’aia su grosse corde sostenute da forcelle di salice, secchi riempidi d’acqua di pozzo per la sete degli uomini e degli animali.


- - Perché canta nostra madre? – continuò Piero. E senza aspettare risposta: - Perché ama. Il canto è l’amore ch’ella non sa più contenere, è l’acqua che straripa dal secchio … Nostra madre non sarà mai antiparola. Anche morta, sarà parola in noi. Fosse solo questa parola, e potremmo dire tutti e due quanto tu riservi a Dio solo: Homo caritas est… (L’uomo è amore)



Alla mia mamma e a tutte le canzoni che ha cantato per me.



Ti voglio un bene infinito


Tua figlia Laura

venerdì 9 maggio 2008


Il Dottore del Fiume è stato dapprima nero su bianco su di un monitor grigio. Erano parole e ancor prima la luce di una finestra che si accende "Il Dottore del fiume è on line" . C'erano le parole, che che non emettevano un suono ma riempivano quel silenzio di parole incolori che producevano solo rumore. Arrivano la serata tardi dopo la corsia d'ospedale, quella di "medicina interna" e quella di "questa storia non ha più senso".


Poi le parole sono diventate una voce, al giovedì, che raccontavano di un mondo che mi apparteneva, in un dialetto che amavo e mi raccontavano di lui e del mio Fiume. Quanti messaggi "come sta il fiume oggi?" e la nebbia o il sole di cui mi parlava, erano il suo cuore e il suo umore. Poi ci trovammo al mio paese, e la gioia e la stranezza di trovarci ad un tavolo, lui che sapeva tutto di me, fingeva di non saper nulla e mi accarezzava con lo sguardo quando io lo guardavo e cercavo quelle parole silenziose che mi avevano sostenuto in tutti quei mesi.


E poi quella notte, corsi in pigiama in giardino per parlare con lui "è finita" e lui che girava la macchina indietro e mi diceva "ho appena passato la frontiera, torno in Italia da qui non ti sento bene". Mi hai consolato e io non lo scorderò mai Dottore.


Ed è rimasto così, con un momento che sembrava Amore, ma che era solo una gran bella Amicizia. E mi ha presentato quella che sarebbe diventata sua moglie e io che dicevo "non fa per te, ma è la tua strada". La tua telefonata due anni dopo, "è finita" ed eravamo ancora noi due di nuovo a sorreggerci. E sempre così Dottore. Ed eri al mio matrimonio e so bene cosa pensi. E oggi leggendo Lapo, mi è venuta voglia di un pic nic, noi quattro sul nostro Fiume.

giovedì 8 maggio 2008

Ripenso spesso alla tua voce arrabbiata e a quella domanda "ma allora che sentimenti erano??" Ci penso spesso se il mio modo di amare è giusto o sbagliato.


Quando bruciava nello stomaco, quando viveva di emozioni, quando era l'Amore che io pensavo fosse giusto, ha sempre fatto male. Era tradimento, botte, rifiuto, silenzio, letto freddo, dolore, distruzione. Eppure quello mi sembrava l'Amore giusto. Ho sempre perso quando ho provato Amore. Perso una parte di me che sembrava la migliore. E non credo che questo possa essere giusto. L'Amore fa crescere, fa evolvere, è gioia, è sesso, è intesa, è tramonti e una pizza nel cartone. Ma quell'amore non ha mai costruito nulla.


E poi c'è l'Amore della coperta sul divano, della doccia che va in bagno mentre tu sei ancora nel letto, dei pic nic nella casa ancora vuota, masticando e sognando come verrà. E non è lo sturm und drang di emozioni al quale anelo, ma fa tutto quello che un Amore dovrebbe fare... e forse allora l'Amore giusto è quello e io non ho capito nulla.


E c'è l'Amore che mi ha insegnano mio nipote, quando pesava 4 kg e profumava di pelle nuova. E volevo tutto per lui, avrei ucciso per difenderlo. E' quell'Amore che ti insegna a volere tutto per lui, anche se devi morderti la lingua e legarti le mani, anche se devi rinunciare alla tua serenità per lasciarlo andare libero per la sua strada. E' quell'Amore che mi fa dire "voglio solo che tu sia felice" e non importa se questo non rende felice me. Perchè la strada che stai facendo è quella giusta, è quella che ti fa crescere e non è la strada che avrei scelto per te, ma non è questo quello che importa.


Nella mia stupida testa utopica, ho sempre pensato che questi amori potessero conviere e completarsi e forse non ho capito nulla... o forse ho capito cosa voglio dalla vita... ma non ho ancora capito come fare per ottenerlo.

Insomma questo ridente paesello in mezzo al nulla inizia a piacermi. Qualche settimana fa il fan secondo il quale "emano un'energia bellissima" e sta mattina una signora mi ha fermata fuori dall'ufficio e mi ha detto posso dirle una cosa.... sta sera qualcuno va a casa con il mal di testa... perchè questo vestito le sta proprio bene" ... Insomma una la giornata la inizia meglio così no? E il mio ego si rotola come un maialino nel fango



mercoledì 7 maggio 2008

E mi sono sbagliata .. non lavoro per il Muppet Show, lavoro nella casa nella prateria. Sta mattina la vecchia ha avuto una brillante idea degna dei migliori manager bocconiani: vuole tenere la contabilità in registri cartacei perchè lei non riesce a capire e non sa aprire il programma. Che poi programma è una parola grossa perchè qui si tengono i mastrini con excell e con tutta una serie di fogli e foglietti infilati nelle cartelle perchè non si può cambiare nulla perchè le cose sono state impostate così 12 anni fa e guai a cambiarle. Lavorare così e non lavorare è la stessa cosa. Oltre tutto sto facendo lo stesso lavoro in 20 ore a settimana anzichè 40 come prima ... ci manca solo che mi metto solo a fare l'amanuense.



Nel frattempo aspetto con ansia il mio momento MASTERCARD, come in quella vecchia pubblicità che recitava tipo "mandare affanculo quelli che ti hanno preso a calci non ha prezzo...." e oggi è il 7 maggio .. mancano 17 giorni.

martedì 6 maggio 2008

Sembrano argomenti poco legati tra loro ma vi assicuro che nel mio piccolo cervellino, culla di tanti capelli biondi, c'è un nesso. Pensavo al discorso della pubblicazione dei redditi on line e alla fiera del libro di Torino. Io ci vado, ben contenta e, come dice Bianca, sono convinta che boicottarla sia una fesseria. Ieri cercavo di spiegare che, posso accettare che il mio reddito sia messo on line, ma esigo che il dato venga "usato" o da persone esperte del settore che sono capaci di contestualizzarlo per quello che è, o quanto meno, voglio che chi sbircia lasci le generalità. I motivi sono molteplici, tra cui anche la sicurezza che sarebbe un discorso troppo ampio da spiegare, ma se c'è la paura e perchè c'è un fondamento... che non racconto perchè è troppo privato.


Ma al di là di questo, penso che creare un danno anche ad un solo cittadino onesto che paga le tasse, non sia democrazia. La Democrazia non è questo. E la stessa cosa la penso per la fiera del libro. E' un'occasione CULTURALE che ha molti vantaggi per molte persone oneste, dai torinesi agli israeliani ed è per queste persone che non boicotto. So che è un post impopolare, ma tanto non sono qui per fare campagna elettorale. E' quello che penso, qui scritto in modo troppo sbrigativo e criptato.... ma sono di corsissima.

lunedì 5 maggio 2008

I




ll regalo di un giorno che comincia presto: un cappuccino in riva al lago, l'aria fresca, il cioccolato sulle labbra, gli occhi curiosi come quelli di un turista, che scoprono colori solitamente coperti dalla fretta. Mi scopro a ricordarti con colori di un uomo, un uomo con tanti limiti come è giusto che sia. Ti scopro fallibile come nella mia fantasia non sei stato mai e mi scopro serena anche senza di te.
Manca solo un tassello, quel dannato tassello che toglie forma e colore al disegno. Ma arriverà. E non avrà calzoni da uomo, non sarà di baci ruvidi di barba non rasata. Avrà i miei colori, quelli che voglio, quelli che amo. E non sarà subito, non deve esserlo.
Tu cerchi ancora la tue risposte? Io non ho smesso di farmi domande , ma sono sempre io l'oggetto dei miei quesiti. Settembre è dietro l'angolo, che inizi una nuova vita?

venerdì 2 maggio 2008


IL CHITARRISTA DEL LEONCAVALLO


E così quel poco di arte


che ti è rimasta


in fondo all'anima


se ne va


tra un grido rimasto


sulla maglia sgualcita


e del fumo che passa


di mano in mano.


Chiedi silenzio


e trovi sei corde,


nasce la musica


e vai lontano


tra due occhi


che ti ascoltano


e quattro ricordi


che vuoi dimenticare.





Così mercoledì sono andata al Leoncavallo, ad accompagnare L. che non c'era mai stato. E potrei raccontare tante cose, come i bonghi suonati alla luce del camino, o il senegalese alto due metri. Di come il fumo si mescolasse tra gli insulti ad Allah e la disquisizione tra il senegalese onnipresente di cui sopra e due egiziani, su come l'Africa sia le merde du monde (parole loro)


.. oppure potrei raccontare di come è stato bello risentire "Anna e Marco"....


Anna come sono tante
Anna permalosa
Anna bello sguardo
sguardo che ogni giorno perde qualcosa
Se chiude gli occhi lei lo sa
stella di periferia
Anna con le amiche
Anna che vorrebbe andar via

Marco grosse scarpe e poca carne
Marco cuore in allarme
con sua madre e una sorella
poca vita, sempre quella
Se chiude gli occhi lui lo sa
lupo di periferia
Marco col branco
Marco che vorrebbe andar via

E la luna è una palla ed il cielo è un biliardo
quante stelle nei flipper sono più di un miliardo
Marco è dentro a un bar
non sa cosa farà
poi c'è qualcuno che trova una moto
si può andare in città

Anna Bellosguardo non perde un ballo
Marco che a ballare sembra un cavallo
in un locale che è uno schifo
poca gente che li guarda
c'è una checca che fa il tifo
Ma dimmi tu dove sarà
dov'è la strada per le stelle
mentre ballano si guardano e si scambiano la pelle

E cominciano a volare
con tre salti sono fuori dal locale
con un aria da commedia americana
sta finendo anche questa settimana
Ma l'America è lontana
dall'altra parte della luna
che li guarda e anche se ride
a vederla mette quasi paura

E la luna in silenzio ora si avvicina
con un mucchio di stelle cade per strada
luna che cammina
luna di città
poi passa un cane che sente qualcosa
li guarda, abbaia e se ne va

Anna avrebbe voluto morire
Marco voleva andarsene lontano
Qualcuno li ha visti tornare
tenendosi per mano