Domenica tornerò ad essere un po' la me di allora. Andrò a teatro, sola. Sola con la poesia, sola con il ricordo di un ventuno di primavera amaro. Tanti distacchi. Qualcuno definitivo, qualcuno in fase di definizione. Avrò paura, tremerò un po', mi toccherò i capelli e mi sistemerò il vestito continuamente. Frugherò nella borsa in cerca della penna. Si spegneranno le luci e vibrerò. Ti avrei voluto accanto, ma saprò stare in piedi sempre e comunque, perchè quella che dovrai amare, non sarà una donna fragile, schiava delle sue paure. Imparerò, imparerai.
E di tutti i commenti ne riporterò uno, a conclusione della discussione di oggi. Tu sai. lo scrivevi sei anni fa.
"quattordici aprile millenovecentosettantasei. di te mi sono perso quasi ventotto anni. non voglio perdermi i prossimi. auGuRi".
Per questa sera mi concederò una canzone struggente, cantata con un po' di rabbia, quella che serve per restare in piedi. Domani nuoterò in altre acque.
Qualche cosa dentro me – e’ cambiato ma cos’e’
Oh oh no! – o non dir di no! - e lasciami sola
Non dipende piu’ da te.
Potresti regalarmi il mondo intero
Che me ne farei
Io cerco solo il vento e una scogliera
Dentro gli occhi miei
E sopra il mare volerei
Per non tornare credimi……… sola
Non pensare adesso che
Qualcun altro sia con me - oh oh no!………
Ti ho detto da sola – io con la mia anima.
sara’ che questo mondo ha rovinato
Tutti i sogni miei
Se non avessi te che sei innocente
Giuro me ne andrei
Ed oltre il mondo volerei
Per non tornare credimi - sola
Per sentirmi libera – finalmente libera.
Sola – io con la mia anima.
Ma – chi piangera’ lo so’ saro’ io
Io che restero’ sola - sola
Restero’ sola
Sola – sola –
Sola – sola – sola –
Restero’ sola – sola-a – sola - sola