domenica 6 luglio 2008






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Oggi nasce un nuovo amico immaginario Nick Beat®

(tramonto delle Montagne Sacre di Santa Fe)








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LE AVVENTURE DI NICK BEAT



Nick Beat vendeva lavanda nella Via della Polvere. Viveva in uno di quei capanni che sembravano pronti a farsi in mille pezzi da un istante all’altro eppure incrollabili sotto le tempeste di sabbia del New Mexico. La sua casa erano quei vecchi legni cigolanti e una cortina di cespugli di lavanda. Sopra tutto c’era la polvere, impalpabile velo terroso che non praticava alcuna forma di discriminazione o scelta: poggiava su ogni elemento di quel deserto, ed era il deserto.


Nick Beat vendeva lavanda nella Via della Polvere e la sera amava sedere nel portico ascoltando il tramonto delle montagne sacre. C’era un dondolo vecchio e cigolante come vecchio e cigolante era il pavimento sul quale poggiava. Appesi alle travi seccavano fasci di lavanda pronti ad essere venduti l’indomani e intorno c’erano i rumori del silenzioso deserto: il frinire delle cicale, il frusciare delle steppaglie contro il corpo di qualche animale selvatico, il suono secco della bottiglia di birra poggiata di tanto in tanto sul pavimento e il rumore incessante dei pensieri. Non smetteva un attimo Nick Beat di pensare, di registrare i colori dei tramonti, le ombre che le montagne sacre proiettavano, gli odori del deserto. Ogni giorno era un nuovo giorno con nuovi elementi da incasellare nei ricordi o nuove rievocazioni di cose giù vissute e provate che si rinnovavano e prendevano di nuovo ad essere Vita.


Ogni notte iniziava con l’arrivo del sonno e ogni mattino ricominciava con la luce del sole. Non c’erano orologi nella casa di Nick Beat. Sapeva quando era ora di mangiare perché sentiva fame e sapeva quando era ora di smettere di lavorare perché era stanco. Così ogni mattina ad una certa ora che non ci è dato sapere, arrivava nella Via della Polvere con i suoi fasci di profumo e poggiava sul muricciolo al mercato degli artisti. Gli piaceva quella zona perché il profumo della sua lavanda si mischiava a quello dei colori freschi dei pittori e ai colori delle stoffe che vendevano sulle bancarelle. Chi camminava nella piazza sentiva ad un certo punto, un rilassante profumo di lavanda mischiarsi alle polvere che respiravano e senza sapere bene il perché, si incamminavano verso quelle spighe blu e lui era lì pronto a vendere un ricordo profumato. Non parlava molto Nick Beat, e se poteva lo evitava del tutto, si calava sul volto il cappello di cuoio nero impolverato e dava il resto offrendo un sorriso che si scorgeva solo per metà sotto l’ombra proiettata dal copricapo.


Però Nick Beat vedeva ogni cosa con il suo sguardo protetto dal buio. Vedeva le mani che si stringevano e vedeva i sogni che si immaginavano davanti alla vetrina dell’emporio. Vedeva le risate per l’auto dagli interni di pelle di bue. Vedeva le scarpe delle donne forestiere che molto poco si addicevano alla polvere del deserto. Vedeva il venditore di hot dog all’angolo della piazza che proprio non riusciva a sopportare perché nulla aveva a che fare con la polvere e la lavanda e il suo odore sapeva di unto e fabbrica e plastica della città e no, proprio no, non aveva a che fare con il deserto. Vedeva Nick Beat le vecchie indiane stendere i panni del loro mercato e sorrideva alle anziane che filavano il turchese ed esponevano il loro argento mentre evitava, e se poteva schiaffeggiava con lo sguardo, le nuove indiane che vendevano orecchini fluo e acchiappaturisti di plastica. Proprio non le sopportava, erano anche peggio del venditore di hot dog all’angolo della piazza e gli sferzavano una stilettata nel cuore come il peggiore tradimento. Chi era nato nel deserto apparteneva al deserto e non doveva combatterlo, questo le montagne sacre lo dicevano da sempre e lo raccontavano anche quegli innumerevoli cimiteri di motociclisti che avevano osato profanarle irrispettosi. Chi ama il deserto, ama le sue montagne e le montagne e il deserto sanno contraccambiare, ma il Rispetto per quello che è eterno è qualcosa che non si può patteggiare con nessuna marmitta cromata o orecchini di plastica e quelle giovani indiane questo ancora non lo capivano. Sperava Nick Beat di incontrarle da vecchie e di ritrovarle canute ed esperte nell’infilare il turchese con quello sguardo che solo una vecchia indiana può avere, quello sguardo di mistero eterno e di consapevolezza, di natura tradita ed orgoglio immortale. E Nick Beat quello voleva imparare e per quello ogni notte ascoltava i rumori del silenzio seduto nel portico a seccare la lavanda da vendere nella Via, cercando di diventare Silenzio e Polvere, Molecola e Anima, di essere elemento di quel deserto, che era il Deserto.


5 commenti:

  1. Lo sapevo che prima o poi sarebbe arrivata all'amico immaginario....
    Ecco cosa succede a non farla curare...

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  2. �¨ l'oppio �¨??

    ghhghg continua per�², vero???

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  3. ciao struzzarè ben tornato :)

    Star...si penso che continuerà Nick Beat (anagramma di beatnik) sarà gli occhi sul mondo e prima o poi troverà qualcosa di nuovo che valga la pena di essere narrato.

    papi... vorrei poter dire la stessa cosa :)

    RispondiElimina