domenica 23 settembre 2007

post lungo da domenica solitaria

.


post lungo da domenica solitaria




I ciottoli sembrano meno sdruciolevoli sotto la luce dell'ora di pranzo. Il posto dev'essere quello. Che strano non ricordavo ci fosse un mondo intorno, pensavo che tutto finisse in quel terrazzo affacciato sulla meraviglia. Ritrovo il sentiero delle bancarelle delle mie domeniche da bambina. Cammino al fresco sotto un cappello di alberi e sole. Chiedo un tavolo, orgogliosamente per uno, quello nell'angolo chiaramente. Ho fatto un po' di compiti e letto Sciascia. Rileggo più volte una frase che mi strappa un ironico sorriso: "il che, se avessero lavorato in concordanza, avrebbero risparmiato a una delle due parti quel tempo e quella fatica che avrebbe potuto più utilmente impegnare: ma stiamo vaneggiando una cosa impossibile quanto la collaborazione tra un costruttore e un dinamitardo" semplicemente perfetta. E' davvero difficile trovare i codici che spieghino l'intensità delle intenzioni. Spreco spesso, e poi me ne pento rileggendomi, parole che dovrebbero spiegare un concetto che chiaro spicca nella mia mente. Mi accorgo di nuotare contro corrente con la mia volontà e per quanto io cerchi di nuotare, riesco solo a disegnare l'immagine di una me goffa che parla e annaspa e ingoia acqua di fiume che, assicuro, non è dolce come dicono. Quanto dovrò imparare prima di gustare l'acqua fresca dalle sponde? Perchè sento sempre la vertigine e l'attrazione per la corrente che mi trascinerà via? Ma soprattutto, perchè una volta immersa mi ostino a remare contro, a nuotare per cambiare le situazioni? Mi serve un caffè. Americano con acqua a parte, grazie. Una tazza calda da stringere tra le mani mentre godo del sole più caldo di questa estate passata che è già autunno. E mentre arriccio le gambe sulla sedia mi lascio penetrare da questo immenso di fronte a me. Vedo tute le icone della mia vita: la valle e la città, un aliante che proprio davanti ai miei occhi si sgancia dal traino e una campana che mi riporta alla mia scogliera.

Intorno a me fantasmi di persone infelici. C'è questo tavolo qui di fianco che mi fa impazzire. C'è un uomo, avrà tra i cinquanta e i sessanta anni, brizzolato nei capelli e nella barba. Potrebbe essere il protagonista del racconto di Graham. La moglie lo sta inondando di parole inutili, che la Rosalba va al mercato di S. Vittore e chissà altro. Lui mi guarda disperato. Finge di dire quattro frasi giusto per non aizzare la moglie e la solita tiritera noi non ci parliamo più, tu non mi ascolti . Ora parlano di pomodori, lui si infila in bocca un pezzo di formaggio lentamente, indeciso se spingerlo fino alla gola e soffocare per farla finita qui, oppure morderlo mollemente ingoiandolo insieme a innumerevoli rospi. Poi la tragedia. Una rossissima goccia di vino cade rovinosamente sui pantaloni kaki della domenica. Quel che resta del suo ego spicca per un gesto estremo chiudendo la sua scarna esistenza contro il selciato sotto il terrazzo. L'orca assassina si appresta per la scena madre. "Cameriiiiiieeereeeee, mio marito s'è macchiato mi porti uno smacchiatore", lui umiliato cerca di frenare quel fiume petulante con le meches. Inutilmente. "No perchè il rosso macchia e se non pulisci subito non lo togli più, vuoi che buttiamo via i pantaloni?". Lui mi guarda e si sgretola davanti ai miei occhi. Cerca un appiglio in me, uno sguardo solidale. Sorrido. Ora sto scrivendo dal tavolo accanto al suo, lui mi guarda più rilassato poi si perde nel panorama mentre la moglie elenca i dati della sua interessantissima cartella clinica. Comunicazione indiretta batte comunicazione diretta 1-0. Devo ricordarmela questa partita, devo smettere di parlare ed iniziare a dire.


10 commenti:

  1. Lontani km ma sotto lo stesso cielo, un pergolato simile che filtra i raggi del sole che accarezzano anche la sua pelle, l'acqua del lago e le barche che ricordano quella darsena che si vede dal balcone e poi l'asfalto, quella linea nera che a volte allontana e a volte avvicina, da percorrere per ritrovarsi a sorridere della stanchezza e a baciare il sorriso dell'altro.

    RispondiElimina
  2. ehmmmm.... ma quale era il panorama????

    ;oP

    RispondiElimina
  3. oh cristo, il "post lungo da domenica solitaria" non riesco ad affrontarlo di lunedì.. quasi mattina, fra l'altro. Ma una piccola constatazione: per il bene di tutti, forse sarebbe meglio evitare che tu trascorra domeniche solitarie... :)
    scherzo eh

    RispondiElimina
  4. era al tuo tavolo sabato monica :)

    manuel non posso dirlo perchè ho eletto quel posto a mio nascondiglio segretissimo :)

    babbo ... no ma grazie eh!! tzè :)

    RispondiElimina
  5. e se l'orca da assassina diventa vittima ?
    favorevole all'uxoricidio...e non solo...

    RispondiElimina
  6. little penso che molti giudici sarebbero indulgenti :)

    RispondiElimina