giovedì 9 novembre 2006

quasi quasi......


Cantine e segreti della Barbera
La conoscenza diretta delle cantine ha una fascino tutto particolare da queste parti. Qui si consiglia di visitarne alcune che si trovano nel sud della provincia. Il primo paese che si incontra scendendo da Asti è riconoscibile immediatamente per il suo bellissimo castello. Il maniero del XIV secolo di Costigliole d’Asti, di proprietà di un illuminato vigneron locale, il marchese Asinari, acquisì notorietà internazionale nell’Ottocento, quando vi prese dimora la contessa di Castiglione, così seducente che venne mandata da Cavour alla corte di Napoleone III per ingraziarselo.











Il castello di Costigliole dâ??Asti

Il castello di Costigliole d’Asti



Oggi gestito dal Parco culturale del premio Grinzane Cavour (per le visite, tel. 011.81.00.111.), ospita al primo piano la scuola di cucina internazionale Italian Culinary Institute for Foreigners e alcuni eventi culturali, mentre gli altri piani, in restauro, saranno sede del Museo dei paesaggi tra un paio d’anni. Indiscussa primadonna di Costigliole - che vanta il primato di comune piemontese con maggior numero di ettari vitati - resta tuttavia la signora in rosso: la Barbera. La Cantina dei Vini-Enoteca del Barbera, nell’ottocentesco palazzo comunale, vende al pubblico 350 tipologie di questo vino che per variazioni di microclima e differenze nel terreno può essere molto diverso da una bottiglia all’altra. Nei locali attigui all’enoteca si trova il museo Barbera, paesaggio e civiltà naturale, dove si può scoprire, per esempio, che ben dieci Doc hanno per base questo vitigno, almeno all’85%, o che la varietà di Alba è ben diversa da quella dei Colli Tortonesi. Costigliole d’Asti fa parte della Comunità collinare tra Langa e Monferrato, a cui aderiscono alcuni paesini che preservano la cultura e le tradizioni tipiche











La Barbera d'Asti

La Barbera d'Asti



delle colline, in dialetto i “bricchi”. Tra i più pittoreschi c’è Calosso, riconoscibile dalla strada per la sagoma del suo maniero, accessibile da maggio a ottobre durante la rassegna Castelli aperti. Di questo paese non colpisce solo ciò che appare: le viette in salita del borgo storico o il panorama delle colline color ruggine al tramonto. Sorprende ancor più il suo volto sotterraneo, quello dei crotin, ovvero le antiche cantine sotto le abitazioni private. Durante la Fiera del Rapulè, a ottobre, questi cunicoli accolgono migliaia di visitatori che possono assaggiare piatti tipici come i dadini di pollo accompagnati dalla salsa di peperoni e fichi, ma anche ascoltare i racconti degli abitanti di Calosso che vi nascondevano le provviste in tempo di guerra (per informazioni: tel. 0141.85.31.26). Chi volesse provare l’esperienza della vendemmia, a fine manifestazione può raccogliere gli ultimi grappoli, i rapulin, e cimentarsi nella tradizionale pigiatura con i piedi nella piazza principale. Tutto l’anno, invece, si può visitare una di queste gallerie presso la Crota ’d Caloss, enoteca comunale la cui cantina è sita sotto il municipio.

7 commenti:

  1. ma un bel giro delle cantine sociali? Non ci starebbe male no? il vino fà buon sangue!

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  2. ... ma le dirò Sciura Monicanta... non sarebbe male no no no

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  3. ormai, per deviazione professionale la parola vino è associata a : "cosa vi porto? barbera dolcetto o bonarda?".
    non lo bevo quasi più senza pensare a ripetizione "barbera dolcetto o bonarda?"

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  4. (sempre Cromo)...

    Ecco.. ma ti pare leale mettere certi post senza prevviso???
    Se adesso il mio socio scompare per giorni, prima lo vado a cercare lì e pooi ti denuncio per "istigazione all'alcolismo"...

    A proposito ci hai portato qualcosa vero?
    Barbera, Dolcetto o Bonarda? :-)

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  5. non sono ancora andata cromo...ma ci stiamo pensando...
    organiziamo un meet per blogger?

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  6. ...la leggerò quanto prima. Mi ispira, ma adesso non ho tempo...

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  7. un meet per blogger? Ma certo... fantastico... il mio socio ci sarà... quanto a me lo sa che dico sempre di si a certe iniziative.
    Cromo75

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