martedì 5 ottobre 2004

STATE BRADI


http://digilander.libero.it/statobrado/Statohome.htm


Sabato il Vox e quella assurda magia di starci vicini e più lontani che mai. Tutte le vite sedute al posto prenotato, felici e gaudenti e se così non fosse non importa, l’importante è far credere che tutto sia fantastico like usually.


Quegli schemi li conosco da una vita, potrei scrivere a memoria ogni commento, potrei cantare le strofe che sono per il coro.



Ci sono i Bradi sta sera, non avrei rinunciato a questa serata, nonostante la sconvenienza di trovarmi in questo posto, nonostante l’indecisione fino ad un attimo prima, nonostante la voglia di urlare e scappare via.


Sarà che tutta la vita è una strada con molti tornanti
e che i cani ci girano intorno con le bocche fumanti”
e che se segui il loro cammino, rischi solo di perderti in una nebbia di rancore. E c’ero ad un passo, da questo circolo vizioso ma non voglio cedere all’odio per chi ha deciso di prendere il libro nero e di segnarci dei nomi fidandosi solo dei suoi occhi chiusi. Sarà che tutta la vita è una strada e la vedi tornare come le lacrime tornano agli occhi e ti fanno più male e nessuno ti vede e nessuno ti vuole per quello che sei.
Sarà che un giorno si presenta l'inverno e ti piega i ginocchi e tu ti affacci da dietro quei vetri che sono i tuoi occhi e non vedi più niente e più niente ti vede e più niente ti tocca. E sarà che da quel “non essere” ci sono passata, “e nella vita ne ho viste e ne ho prese e ne ho date di botte” e non voglio tornarci.


Sarà che ci ho messo anni a considerarmi “non così tanto sbagliata” e che lui mi ha raccolto più volte a brandelli e sta sera è ancora qui, l’ultimo posto dove probabilmente vorrebbe essere. Ma è con me e sento che non mi lascerà più sola, perché la solitudine lui la conosce e forse ha imparato a non averne paura, ma io non sono ancora brava come lui e ne ho di cose da imparare. Ma ti cerco con lo sguardo e ti sussurro con gli occhi di amarmi “per la vita che ho avuto e la vita che ho dato” per essere scontata nelle mie contraddizioni.



Finalmente ecco la solita magia delle luci che si spengono e della serata che comincia. I Bradi sul palco, uomini, artisti, interpreti così vicino a noi così inconsapevoli delle emozioni che li guardano, noi così ignari della vita che hanno. E siamo tutti chiusi nella stessa piccola sala, illuminati dal faro blu che nasconde i nostri occhi ed illumina le emozioni. Finalmente possiamo nasconderci e perderci tra la musica e la voce calda del grande. Rubo i loro sguardi che si incrociano, trovano l’intesa e partono. Si vedono i loro sorrisi mentre cantano che alle volte calano in un’atmosfera intensa, in una canzone che sentono dentro e tu ti perdi nei tuoi pensieri. Mi guardo intorno e vedo vite, mi chiedo quante stiano vivendo un momento particolare, una serata da ricordare. Mi chiedo se loro dal palco vedono i nostri umori o se gli arriva solo lo scroscio dei nostri applausi. Mi chiedo se gli trasmettiamo le emozioni che loro trasmettono a noi. Mi viene da sorridere a pensare che per noi sono “Il Fulvio, Il Giorgio, Il Mario e Il Leif”, come se di loro sapessimo tutto, e poi scesi dal palco ci perdiamo in discorsi qualunque un po’ imbarazzati tra sconosciuti. Ma forse non è sempre lo stesso errore? Si crede di sapere, di conoscere qualcuno, quando sappiamo bene di non conoscere nemmeno noi stessi. Mi ero preparata a questa serata, avevo cercato “dentro al mio cuore di muro e metallo dentro la mia cassaforte, dentro la mia collezione di amori con le gambe corte ed ognuno ha una croce ma va bene lo stesso” , avevo sperato per una volta tanto di non sentire “la donna cannone”, non avrei resistito all’impatto. E ho stretto i denti per restare in piedi, per non guardarti nemmeno, per non farmi vedere. E ho riso, ho chiacchierato, ho cantato, ho cercato gli sguardi di Mario che mi danno sempre il buon umore. E ho aspettato la chiusura con la canzone che volevo, con il ballo al quale non avrei rinunciato. E ti ho guardato, ti ho stretto, mi hai stretto, ho pianto, mi hai baciato, ti ho giurato che per nulla al mondo permetterò a qualcuno di rubarci un solo secondo, non più. E tu con la tua mano sulla mia nuca a dirmi “domani va meglio che vedrai cambierà come passa quest'acqua di fiume che sembra che è ferma ma hai voglia se va”. Ti guardo e sorrido “sarà che sopra al tuo cuore c'è scritto "Vietato passare" il tuo amore è un segreto il tuo cuore è un divieto personale al completo e va bene così”.


Mimì sarà
(F. De Gregori)

Sarà che tutta la vita è una strada con molti tornanti
e che i cani ci girano intorno con le bocche fumanti
che se provano noia o tristezza o dolore o amore non
so
Sarà che un giorno si presenta l'inverno
e ti piega i ginocchi
e tu ti affacci da dietro quei vetri che sono i tuoi
occhi
e non vedi più niente e più niente ti vede
e più niente ti tocca
Sarà che io col mio ago ci attacco la sera alla notte
e nella vita ne ho viste e ne ho prese
e ne ho date di botte
che nemmeno mi fanno più male
e nemmeno mi bruciano più
dentro al mio cuore di muro e metallo
dentro la mia cassaforte
dentro la mia collezione di amori con le gambe corte
ed ognuno ha una croce ma va bene lo stesso, va bene così
Chiamatemi Mimì
per i miei occhi neri e i capelli
e i miei neri pensieri
c'è Mimì che cammina sul ponte per mano la figlia
e che guardano giù
per la vita che ho avuto e la vita che ho dato
per i miei occhiali neri
per spiegare alla figlia che domani va meglio
che vedrai cambierà
come passa quest'acqua di fiume
che sembra che è ferma ma hai voglia se va
come Mimì che cammina per mano alla figlia
chissà dove va
Sarà che tutta la vita è una strada e la vedi tornare
come le lacrime tornano agli occhi e ti fanno più
male
e nessuno ti vede e nessuno ti vuole per quello che sei
Sarà che i cani stanotte alla porta li sento abbaiare
sarà che sopra al tuo cuore c'è scritto "Vietato
passare"
il tuo amore è un segreto il tuo cuore è un divieto
personale al completo e va bene così
Chiamatemi Mimì
Chiamatemi Mimì
per i miei occhi neri e i capelli
e i miei neri pensieri
c'è Mimì che cammina sul ponte per mano la figlia
e che guardano giù
per la vita che ho avuto e l'amore che ho dato
per i miei occhiali neri
per spiegare alla figlia che domani va meglio
che vedrai cambierà
come passa quest'acqua
che sembra che è ferma ma hai voglia se va
come Mimì che cammina per mano alla figlia
chissà dove va

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