giovedì 22 aprile 2004

"E poi ci penso su, ...

"E poi ci penso su, perchè mi sento giù, forse perhè non lavoro quasi mai" cantava il Gianlù.... parole su parole, faccine, sorrisini, zompettante pollon. Parlo scherzo e vomito tutto di me. Quello chiesto e quello non richiesto. Come se mi avessero arrestato e dicessi tutta la verità, tutta la verità lo giuro. Poi mi rileggo, e rileggo un'altra Laura. Vedo Laura che ha bisogno di dire che ha sofferto anche lei, che enfatizza i suoi problemi come a voler trovare una "giustificazione" per questa improvvisa felicità. Quasi come se sentissi di non "meritarla" . E così la parte di me che più mi somiglia, resta dentro, nascosta e non pubblicizzata e per questo da me molto amata. Resta celata la parte di me che a volte mi rende orgogliosa. Esce quella luminosa, caciarona, a volte un po' volgare. Emerge quella che posso dare in pasto ai lupi, che possono contendersi e dilaniare. Si ciberanno di una bolla d'aria e fingeranno di essere sazi, seguiranno un famelico percorso errato. Laura resta tra il vento, con lo sguardo scagliato verso il sole del tramonto. E poi cosa resta di Laura? chi sta diventando Laura?

7 commenti:

  1. In barba a chi dice che solo "gli orchi sono come le cipolle" (cit) penso che anche l'essere umano sia..fatto a strati. Quelli superiori sono quelli che mostriamo più spesso, quelli accessibili a tutti (o quasi), quelli che "diamo in pasto", di solito. Degli strati interni poco si sa invece, "no fly zone" per la maggior parte della gente, giaciglio sicuro per tutti gli altri a cui teniamo. Credo sia normale, quindi,le acque invece si smuovono quando qualcuno attraversa quegli strati, in ogni senso.
    Per le ultime due domande..beh, sarà banale ma, fanno parte della categoria "lo scopriremo solo vivendo", no? :)
    Un saluto.

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  2. mi fai ricordare di quelle situazioni...
    la buccia preserva la polpa dalle muffe, la buccia non è mai buona come la polpa, bottino prediletto di tanti sciacallaggi

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  3. sono combattuta... non so se sia giusto "proteggermi" o dimostrare chi sono davvero.... dilemma!

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  4. Secondo te è di cattivo gusto citare se stessi?
    Cmq, questo è quello che ho scritto a dicembre su un blog del quale non farò il nome:
    -"..un altra cosa è che ci sono momenti in cui mi piacerebbe essere trasparente agli occhi dell'altro: che con un semplice sguardo potesse vedermi in fondo al cuore, capire quello che sento, che penso, la motivazione profonda delle mie azioni. E questo, indipendentemente da chi ho di fronte. Come se la mia massima aspirazione fosse far vedere esattamente come sono, come vivo. Senza nessun atteggiamento, fraintendimento, ruolo; semplicemente io.......... "
    Ed è anche la risposta alla tua domanda.
    Abbraccio.

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  5. ma è rischioso... se non piaccio così come sono... se mi criticano, lì si che fa male, se colpiscono al cuore

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  6. Ma se non fai vedere come sei veramente, COMUNQUE non piacerai per quello che sei, no?Con in più la costante "paura" di essere scoperta.
    E poi, diciamolo, quante volte ti è capitato di scoprirti, di tirare fuori cose di te ed essertene pentita? (evitando però di mettere in conto quando TI ASPETTAVI una reazione ben precisa).
    Besos
    Blogoste

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  7. �¨ che cos�¬ mi sembra di "comandare il gioco" ... decido io cosa dire e cosa no... e se mi dicono che sono la classica biondona non mi importa, rido perch�¨ so che io la maschera la posso mettere e togliere quando voglio.... per�² so mica se va bene cos�¬....

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