giovedì 25 marzo 2004

Bhè ma allora parlia...

Bhè ma allora parliamone di questa scuola, di questa maturità passata. Siamo abbastanza grandi per parlarne al passato e abbastanza giovani per riderne ancora. Per me la maturità è stata un trionfo. Non sono mai stata secchiona, anzi sono stata bocciata non una, ma ben due volte siori e siori: un prima e in terza. Ho avuto così tanti compagni di scuola che quando li rivedo non ricordo a quale sezione collegarli. Sono statati due anni difficili per me. Amavo studiare, ma non riuscivo a parlare e a mettere in fila i pensieri. Passavo pomeriggi sui libri, ma poi mille pensieri, mille incubi che non morivano con la notte, paura, rabbia, solitudine e frustrazione prendevano il posto di Garibaldi, ammortamenti e diritto. Scrivevo, quello sempre, scrivevo e lì riuiscivo a dire chi ero. Per il resto consegnavo i compiti in bianco, le interrogazioni erano imbarazzanti aggrovigli di parole sconnesse tirate fuori con la forza. Le mie frasi non avevano senso. Mi alzavo ogni mattina, prendevo il pullman ogni mattina, come era mio dovere, come sempre. Ma la vita non era come sempre, mi avevano tolto una persona che amavo tanto, la persona che mi ricordava da dove venivo, le mie radici, la mia infanzia. Mi avevano detto che non era grave, che sarebbe tornata il giorno dopo a casa, che saremmo partiti per le vacanze e che lei ci avrebbe accolto al ritorno. E invece, una telefonata alle 10.15 del mattino successivo: "la nonna è morta" poi solo un grido della mamma, e incredulità. Io lo sapevo, avevo avvertito dieci minuti prima un tonfo, una vertigine, come quando si sogna di cadere e ci si sveglia di soprassalto. Forse ho voluto credere a quel legame spezzato, come se lei avesse voluto farmelo sapere che se ne andava, so solo che questo ricordo mi ha dato forza per tanto tempo. Accadde a luglio, a settembre iniziavo le superiori. Comunque questa è un altra storia che magari un giorno avrò la forza di ricordare, di riascoltare e magari anche di scrivere. Era una premessa necessaria per spiegare come io non sia partita da zero, ma da sottozero! Non avevo solo libri da imparare, dovevo soprattuto imparare a pensare senza che questo mi facesse male. Ero un disastro davvero. Ricordo la mia vetusta prof. di francese, da noi ribattezzata "sciùsciù", che mi perseguitava. Ogni volta che mi vedeva mi diceva: "ma perchè non vai al serale?" e io puntualmente rispondevo: "perchè non va in pensione?" Morale della favola, un giorno, quando ormai nessuno credeva più nelle mie capacità, mi sono guardata e mi sono fatta rabbia da sola. Mi sono detta "adesso basta!". E così ho iniziato ad organizzarmi il cervello e le cose sono andate molto meglio. Ho trovato nel triennio una Prof. Fantastica, ovviamente di italiano. Una persona speciale che ha capito i miei ritmi. Ancora oggi ci sentiamo, legge quello che scrivo, mi ascolta. Mi ha dato la carica per ritornare a credere in me, per riavvicinarmi ai miei genitori, che erano sempre stati lì pronti ad aspettarmi, ma che io tenevo lontano, forse per paura di deluderli ancora di più. E fù così che quel glorioso 17 luglio 1997, mentre il bidello tirava giù le taparelle poichè trattavasi di ultimo giorno di esami, terz'ultima di tutto l'istituto aggiungerei, la qui presente Lala Bionda, con mirabolanti acrobazie e giochi di perstigio, sostenne il suo storico esame di maturità! Durò circa un'ora e dieci. Appena entrata mi chiesero il Manzoni, e lì già mi girarono le scatole. Non che non lo sapessi, è che Manzoni, proprio a pelle, mi stava antipatico. Già perchè nel frattempo Manzo (Manzoni), Leo (Leopardi), Danny (D'annunzio) erano diventati una questione personale. Io gli parlavo! Chissà, magari dovevo compensare anni di mutismo. Sta di fatto che non li vedevo come "autori morti da studiare" ma come "personaggi" che avevano scritto per me. Mentre li studiavo, trovavo qua e là delle frasi che sembrava parlassero di me, CON me. Lo so, non vi sembro normale. Bhè comunque dopo Manzo, passammo a Leo. E lì, show time!!!!! Avevo preparato la mia tesina di ben 16 pagine sul Leo, confutando anche la famosa teoria del pessimismo Leopardiano. La mia Super Prof, era commissaria interna e penso fosse più sudata di me. Stranamente quel giorno mi colpì come un fulmine, una calma piatta, io ero tranquilla e lei si agitava. Parlai, parlai, parlai, e i commissari (già armati ti ombrellone e paperella) erano sfiniti. Passamo a tecnica bancaria (seconda materia) e quando mi chiesero l'argomento a piacere e io risposi: "tutto il programma", videro infrangersi i sogni vacanzieri, come un temporale che spunta dal mare. Ripresi e ... parlai, parlai, parlai...... Poi si arresero, era finita e mi lasciarono andare, riaprendo nel frattempo l'ombrellone e caricando gli ultimi bagagli sulle loro auto. Quando uscii mi trovai scaraventata nella scena finale di "Ufficiale Gentiluomo"! La mia prof. uscì dall'aula e mi baciò, nel frattempo arrivò anche mia sorella (che per correre a vedere il mio esame tamponò una tizia nel parcheggio) e anche con lei volarono baci e abbracci. Dalla finestra sul cortile vidi arrivare il mio ex fidanzato corredato di mazzo di fiori (pari a metà della superficie del Canada). Fu così che,con la special guest di caldo, polvere, sole e festeggiamenti, finalmente mi diplomai. Voto finale? 54/60 e giusto per tirarmela un po' di più, quell'anno in tutta la scuola, non ci fu un 60. Da allora non ho più sognato di trovarmi sotto esame. Il mio sogno, ma quello ad occhi aperti, è di insegnare e scrivere, ma per innumerevoli motivi scelsi di non andare all'università e così mi trovo qui a tediare voi e scommetto che ne siete felici, vero!?!?!!?!? Chissà, magari a 40 anni potrei diventare una matricola... chissà....

4 commenti:

  1. Ah! Queste rivelazioni... come libri lasciati cadere aperti sul marciapiede e letti sulle pagine al sole da chi quel marciapiede lo batte di tanto in tanto. E già, mentre "sgobbo" schiacciato tra l'anidride carbonica da un lato e le alitosi altrui dall'altro, mi diverto a battere i marciapiedi...Purtroppo, a causa di un patto stretto con il dio dei mari (che m'aspetta al faro), non potrò rivelare né quante volte ho ripetuto gli anni, né quali scuole ho attraversato in quel maledetto circondario tra Sesto, Monza e CB. Ho il mio Porfìrij Petròvic che mi sta alle calcagna e mi gioca scherzetti psicologici per farmi tradire. E mi tradirei se solo ricordassi goccia per goccia cosa dire del passato. Quella barca si spezzò e nel naufragio non si deve rendere conto a nessuno. Solo una cosa: Giolitti mi stava sulle balle.

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  2. Giolitti?!?!!? Al rogo !... mi trovavo più vicina a Cattaneo

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  3. L'esame di maturità, alla fin fine, è l'unico rito di iniziazione che ci è rimasto. Per questo, credo, nonostante sia la polverosa buffonata che è, rimane un "passaggio" così importante per tutti. Dovremmo inventarci un qualcosa di più poetico, però, di un paio d'ore in un'aula rovente che odora di gesso e sudore.Gli antichi in queste cose ci sapevano fare.

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  4. Io ripristinerei volentieri il burrone di Sparta... c'è un imbecille?? Giù dalla rupe! Sai come si innalzerebbe la qualità della vita? ...sarà che ho appena finito di litigare con un cliente assurdo!!!

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