mercoledì 9 marzo 2011






Mi sembra di vederla. I capelli neri, mossi, appuntati ai lati con un pettine d'osso. Le maniche tirate su e il "grembiale" davanti, infarinato. Sul tavolo tutti gli ingredienti e il mattarello, quello che si era fatta fare appositamente per tirare la pasta. Il trucco è sempre lì, nella sfoglia, tirata sottile ma non così tanto, e liscia, ma non così tanto. Il resto era manualità, esperienza, arte. Tirava fogli e fogli. Quando arrivava il giovedì grasso, ce n'era per tutto il vicinato. Chi portava la farina, chi portava le uova, la Bianca ci metteva la maestria. E le finestre rimanevano aperte, perchè il fritto avrebbe impestato i due locali dove vivevano in sette. Anzi in sei, una l'avevano mandata in collegio sperando che per lei fosse una buona occasione. Sbagliavano.

La sua voce non ha mai conosciuto i suoni grevi, la sentivano tutti quando gridava "Maria, dame lo stampo" e l'eco rispondeva "dimandaghelo a to sorea". Da sempre, fino dalle più ancestrali radici dei miei geni, sesso e cibo hanno sempre mangiato alla stessa tavola. E così le frittelle diventavano "fritoe" e i doppi sensi si sprecavano.

Poi la ricetta è passata alla figlia più capace, mia madre. Da quando Bianca è morta l'ho sempre obbligata a tirare la pasta il giovedì grasso. Le prime volte piangeva, si arrabbiava e la pasta non veniva bene. Poi è arrivata la calma, la rassegnazione manca ancora oggi nonostante siano passati vent'anni. E le mie mani sono cresciute, ho imparato a schiudere le uova con una sola mano e piano piano mi è stato dato lo spazio per impastare anche le mie mani a quelle delle grandi donne della mia vita.

Domani sarà giovedì grasso, ho arruolato mia madre, si è arrabbiata, ha sbuffato, ma questa mattina è andata in cooperativa a comprare gli ingredienti. Domani si tirerà la pasta, lei ed io insieme, e la Bianca da qualche parte a ridere di noi.

2 commenti:

  1. Sesso e cibo stanno alla base di tutti i geni sani un'armonia da coltivare.

    Bella questa polaroid di vita. A me ricorda quella degli agnolotti di natale. La sensualità e la ritualità sono gli stessi....

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  2. mi ricorda un pò la preparazione delle "pizzonte" ad opera delle mie zie nella grande casa patriarcale in abruzzo. Quelle non "si toccavano" fino ad ora di pranzo. Il premio più ambito era riceverne una di nascosto dalla zia preferita (che poi era semplicemente quella che t'aveva adocchiato a muso lungo per prima)

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