sabato 18 ottobre 2008

Nick Beat scopre il Leoncavallo





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Così Nick Beat svoltò l'angolo di un viale triste e si trovò nella strada chiusa.Vide la storia scritta a vernice su di un muro dimenticato. Entrò nella porta aperta tra la ruggine da sequestrare e seguì la musica. Il lamento di contrabbasso e donna arrivava dall'interno dell'edificio ... o della sua anima, questo Nick Beat non riusciva ancora a distinguerlo.

Superò le stanze quasi vuote, andò oltre i tavoli e i voli persi di occhi fumosi . Trovò una luce blu e poi rossa, e poi la corda, e poi un sentiero tracciato da chilometri che aveva percorso e oceani che aveva dimenticato. Trovò Il Suono di donna che si espandeva nella cassa armonica dei suoi ricordi vagabondi. Conosceva poco quella musica, ma era sicuro di averla già sentita in più di un porto e ora la ritrovava lì, nell’ultimo angolo cementizio ripudiato dalla città senza confine, colorata per un istante di rosso e di blu, nero alle pareti e vetri infranti. Qui, per la prima volta dal suo arrivo, aveva ritrovato quella contrapposizione dura agli occhi e dolce per il cuore, quella malinconia raccontata in un sorriso nascosto da un microfono che ne amplificava la profondità. Ad ogni latitudine era rimasto rapito da ogni odore di porto, dalla favola di un sorriso che cantava struggente abbandono. Ed era di nuovo in ogni parte del mondo e di nuovo sentiva di non appartenere ad alcun luogo.


Si perse nella birra di brina e plastica, la stessa di ogni pessimo bar del mondo, quella che pesa come poche monete tintinnanti, pochi pensieri e una buona dose di solitudine. La stessa, sempre la stessa, che lo faceva sentire in compagnia ad ogni passo e sorrise della confusione che si accalcava sulla sua lingua muta.


Si sedette, tirò fuori dalla tasca un po' di carta sgualcita e prese a scrivere con la penna che, proprio come la solitudine, non lo abbandonava mai: "E così svoltai l'angolo di un viale triste ..."


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