mercoledì 29 marzo 2006

Gli anni dell’eclissi solare. Era il ’99, l’undici agosto per l’esattezza, ero a Greenwich. Il sole è diventato freddo, scuro, un buio inusuale. Tutti con il fiato sospeso e il naso all’insù. E’ stato un attimo ed è sembrato eterno, ma poi il sole ha spostato la pietra del sepolcro e si è fatto di nuovo luce. Un risveglio, forse un sogno. Un’illuminazione per me. La mia vita, il mio mondo diventava tutto così infinitamente piccolo. I miei travagli, un pulviscolo nell’universo. Ho capito che avrei potuto farcela. Ho capito che la difficoltà di prendere una scelta, era solo un’eclissi. Era solo un sospiro prima dell’apnea solare, ho capito che il dolore sarebbe passato, prima o poi, per lasciare spazio alla luce di una vita nuova, immensa.

Ho cambiato tutto, ho cambiato me stessa e me ne sono andata. Ho detto basta e poi sono iniziati gli anni più felici, dolorosi, intensi, irrinunciabili. Gli anni che sono stati “LA MIA VITA” non più all’ombra di nessuno.

Oggi c’è una nuova eclissi, sono in Italia e sto per iniziare ancora una nuova vita. Una vita che non sarà più di solitudine. Una vita in cui non dovrò pensare solo a me stessa, una vita di condivisione. E’ ancora un grande respiro prima dell’apnea solare. Sette anni fa andò tutto bene, mi auguro la stessa sorte anche dopo questa eclissi. Vorrei che fosse una nuova vita di equilibri e coabitazione. Coabitazione con il mio futuro, il mio compagno, i miei figli, il mio passato, la mia persona. E’ un progetto ambizioso da ragazza impegnativa. Come sempre, come non so essere diversa perché a chiedere poco si rischia di avere niente. Punto in alto, mi costa fatica, ma dopo il buio e il freddo che copre il sole, torna la luce e la primavera e ti rendi conto di quanto ti siano mancate in quella frazione di gelo e godi di questo ritorno. Non voglio più dare niente per scontato, non voglio dimenticare che esiste il freddo, non voglio più smettere di godere di questa primavera.



Dio non c'era più
o non gli andava di guardare giù moriva un'altra stella.
Noi come robot dolori pochi sogni neanche un po'
ci tenevamo a galla.
Chissà, chissà perchè qualcuno chiese dietro al buio cosa c'è
con l'eclissi totale si scorda il sole
ci si dimentica un sorriso quanto vale
guardarsi un attimo di più
sarà banale ma nei miei occhi ci sei tu
non l'eclissi totale ma un po' d'amore
e ritornammo lentamente a respirare.

Ci riprovai e lì dove non l'avevo visto mai
nasceva un filo d'erba
lasciai scordandomi l'età
che riprendesse il volo un po' più in là una speranza acerba
Chissà, chissà perchè qualcuno chiese dietro al buio cosa c'è
con l'eclissi totale si scorda il sole
ci si dimentica un sorriso quanto vale
guardarsi un attimo di più sarà banale ma nei miei occhi ci sei tu
non l'eclissi totale ma un po' d'amore
e ritornammo lentamente a respirare
profondamente l'immensità
per ricordare alla nostra mente che finirà
questa eclissi totale che ci fa male
che è sempre uguale e di promesse non ne fa
questa eclissi totale che ci fa male
che non sappiamo che senso ha ma piano piano ci puoi giurare che passerà.

2 commenti:

  1. quel giorno lì io stavo seduta in vespa, dietro all'uomo che solo il giorno prima era diventato mio.
    e mentre il sole si oscurava noi correvamo verso il mare.
    E' strano come cose che potrebbero essere insignificanti siano invece così importanti.
    Per il viaggio di nozze...avresti potuto fare un viaggetto in liguria...:-)

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  2. in liguria ci verremo in moto il mio cow boy ed io ;).... cmq sì, credo nei dettagli, nei segni... non sono mai così scontati...

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