venerdì 10 dicembre 2004

Si pensa sempre a quanto sia difficile o facile vivere, ma questa sera non riesco a smettere di pensare quanto sia difficile o facile morire. Penso alla volontà, non esaudita, del volo di un angelo di vivere una vita senza colpa e alla volontà, non esaudita, della disperazione di morire che, come unica prova d'acquisto, lascia una schiena e troppe vite spezzate. Penso a quanto sia difficile ignorarsi quando si vorrebbe urlare "sono qui se hai bisogno di me" e a come sia facile passarci invisibili accanto, con le nostre vite che ci scorrono vicine senza lasciare una scia. Penso quanto sia ridicolo leggersi in cronaca, rubando notizie agli sciacalli della stampa, penso a quanto sia ingiusto essere solo uomini incapaci di fermare, anche per un solo secondo di follia, la disperazione di chi amiamo o conosciamo.


Mi vedo con gli occhi sgranati che guardano le luci fuori dal ristorante dell'ikea mentre appoggio la mia mano, sopra l'impronta minuscola di un bambino sognante che, come me, è rimasto a guardare fuori dalla finestra. Sorrido della stessa semplice magia di questo presepe metropolitano. Mi vedo piccola nei miei pianti e nella mia rabbia, piccola nella mia casa a bomboniera, piccola tra le mani del mio uomo ma... estremamente serena. Una serenità che ho rincorso, che ho voluto e mi sento miracolata per non essere in quella corsia di ospedale oggi, per non essere stata al telefono lunedì, per non essere coinvolta in qualcosa di devastante, piccola forse nella mia meschinità nel pensare queste cose. Piccola nel non essere stata io l'angelo volante quando tutto mi sembrava inutile.


Però guardo ancora la mia mano su quel vetro mentre fuori c'è il mio presepe metropolitano, e penso che la mia mano è grande, il mio uomo è grande e l'essere stata tanto testona nel trovare qualcosa in cui credere in questa vita, che è una certezza, è stato da grandi.


E mentre scorrono davanti ai miei occhi attimi rubati dagli ultimi anni della mia vita, passo da quella maledetta strada e vedo i fiori dove sabato notte ho visto sventrata un'auto contro un muro.


E allora continuo a pensare che, forse, godere delle piccole gioie può evitrare di dover rincorre a velocità assurde le emozioni della vita, o può far guardare il cielo mentre ci si affaccia alla finestra, senza sentire quella disperata attrazione per l'asfalto. E penso che Qualcuno mentre imprecavo e mi chiedevo dove fosse finito, mi ha tenuto una mano sulla testa ... proprio sulla mia testa di ricci pazzi, e mi ha portato ad un soffio dal perdere tutto per farmi capire, poi, quanto sia importante la mia vita e la vita di chi ha imparato ad amarmi per quella che sono.


Buona notte a tutti, agli angeli volati in cielo e alle anime perse rimaste sull'asfalto.

5 commenti:

  1. strana la vita. si incontra e poi si perde. ci dà e ci toglie. è sempre stato così. siamo imperfetti, inadeguati, impreparati. e meravigliosi. come la vita.

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  2. Che brividi questo post, è bello ma tanto triste.
    Ciao*

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  3. la vita a volte E' tanto triste....

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  4. Secondo me non è così triste come sembra.

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  5. Sai perchè ho scritto questo pezzo... e sai quanto io sia ottimista... ma certe cose non sono opinabili

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