venerdì 7 maggio 2004

Ho notato una cosa leggendo i vari blog. Noto che vengono maggiormente "premiati" i post a carattere personale. Sfoghi, pensieri e meditazioni personali. E non conta la forma, la punteggiatura, bensì la linea diretta che si viene a creare. I commenti alle poesie o a stralci di canzoni, si limitano sovente a "bella, belle parole, grande,...". E mi fa pensare questa cosa. E' come se il mondo dei blog fosse in antitesi con la vita reale quotidiana.


Se incontraste un estraneo, così, magari ai giardinetti o in fila al supermercato, che si mettesse a raccontare che è triste, che si è lasciato con la compagna, che vorrebbe mollare carciofi e latticini e fiondarsi sul primo aereo, cosa pensereste di lui? Siamo onesti! Almeno un "ma che vuole sto sfigato?" ci balenerebbe per la testa. Credo sia paradossale come situazione: riusciamo ad essere più "vicini" ad anime lontane e abbiamo paura di mostrare i nostri occhi quando qualcuno vicino ci parla. Parlo in prima persona sia chiaro. Io per prima mi muovo con diffidenza, magari sarei anche curiosa ma spesso ho paura.


Sono felice però che esista un modo alternativo per cumunicare. Non mi sento assolutamente di demonizzare i nuovi mezzi di comunicazione, poichè nel mondo quotidiano comunicare, è sempre più complicato. Molti discriminano e se mandi loro una mail dicono "non potevi dirmelo di persona?". Magari no, magari preferisco scrivere. Una volta c'erano lettere e missive e molti ora le rimpiangono. Ma mi paiono lacrime di coccodrillo causate dalla solita malinconia per le cose perdute, e che ci impediscono di vedere con chiarezza le cose positive che esistono nel nostro presente.


Tanto ammettiamolo, ognuno di noi ha più o meno consciamente una maschera ogni giorno ( e non credo sia negativo), perchè non decidere di indossare una "maschera cibernetica?".


Un abbraccio


1 commento:

  1. bah...sai...ti dirò...questo post mi stimola molte riflessioni perchè raccontarsi non equivale a raccontare. E' altro, sono pensieri che si traducono in parole. Di solito accade che in questo transfer tra pensieri e parole qualcosa perdiamo. nel senso che quello che pensiamo è molto spesso più bello di quello che invece poi scriviamo. Il segreto non è qualcosa di lontano e indefinito. Credo molto a chi scrive con gli occhi raccontando quello che accade a dieci centimetri da lui. Questo mi sforzo di fare, non sempre ci riesco, non sempre ne ho la piena consapevolezza. ciao. giadim

    RispondiElimina