lunedì 5 aprile 2004

CRONACA DI UN WEEK E...

CRONACA DI UN WEEK END ANNUNCIATO......


Capitolo primo: IL VARESOTTO NON SMENITISCE MAI!


Eccoci qui, la settimana è finita, gli amici se ne vanno.. anzi no, ritornano e la musica comincia. Mi galvanizzo con mille bolle blu nella vasca per scrollarmi di dosso la settimana all'insegna del "vivi e sopporta come meglio puoi". Capelli phonati, trucco studiato, vestitino nero da fare invidia al Perlana capi scuri. Salgo sui miei tacchi e via...direzione disco!. In effetti, anche se sono l'amante segreta del rock ogni tanto quattro salti in padella con le mie amiche, mi fanno piacere. Ma la sfiga è in agguato! Arriviamo pompe e tronfie al parcheggio della "nostra disco" e vediamo davanti ai nostri occhi, una landa deserta, un paesaggio lunare ha inghiottito quello che fino alla settimana scorsa era un parcheggio affollato. Sconcertate ci avviciniamo stoiche e inarrestabili all'ingresso e un tipo puffo con i capelli alla Mal, ci dice che sono chiusi per un guasto tecnico improvviso (?!?!?!?!?!!??!) e che in compenso ci danno dei biglietti omaggio per un'altra disco, indoviniamo dove???? Esatto, nel VARESOTTO! Dopo il ristorante "Mimmo" già vedere le macchine targate "VA" mi crea una crisi isterico/paranoica/schizzofrenica, ma d'altro canto è la mia settimana di prova per l'accesso alle semifinali di beatificazione.


E così, le mie amiche, il mio sarcasmo ed io entriamo in questa discoteca TRASH. I buttadentro ci guardano allupati e non presagiscono nulla buono. Entriamo e la prima cosa che vediamo intorno a noi, sono dei "grazzzziiooossiiiimi" divanetti abitati da progenitori arcaici dei discotecari. Attempati signori dalle variopinte camice e giacche sorridono (con i denti a pianoforte: bianco/nero bianco/nero) a "eleganti" signore reduci dal concorso "la tinta ai capelli secondo Artattak". Indugiamo, ci guardiamo tra l'incredulo e il divertito e scendiamo verso la pista di latino americano. Ok, ora spiegatemelo! Ditemi perchè la gente si deve conciare a quel modo! No, ditemelo perchè bisogna fare uso smodato di fantasie da tovaglia! Gli uomini sindone (quelli che quando si staccano dalla parete lasciano l'alone di sudore sulla tapezzeria) ci avevano già adocchiate, ovviamente i migliori! Noi, uno sguardo di intesa e una fuga repentina verso la seconda sala. Prendere il fiato e buttarsi nella mischia, schivando i piroettanti ballerini, i tacchi delle ballerine volanti, gli sguardi sudati......viiiiaaaa per mille nuove avventureeeeeeee!


Seconda pista: musica commerciale. Età media..... mmhh sorvoliamo! C'è un corridoio umanitario tra il bar e i divanetti e noi ci infiliamo dentro cercando di raggiungere la meta ambita del nostro ottimismo, invano ovviamente. Mi sento rapita e narcotizzata dall'overdose di dopobarba di infima categoria, di schiuma Palmolive non risciacquata, sudore sintetico e un po' d'antiquariato, aliti al rum. Ragazze, ormai ci siamo, o ridiamo o iniziamo a singhiozzare. Decisione unanime: ridiamo va che l'è mei! E allora giù a ballare e a fare a gara a chi trova il peggio. Ad un certo punto arrivano due tipi. Abbordando la nostra amica e mentre siamo lì che la prendiamo in giro, eccoli con la frase peggiore che si possa sentire: "non ci presenti le tue amiche???" Tra me e me penso : "digli di no, che non hai amiche, sei sola al mondo" e invece no, arrivano! Tralascio i particolari di un approccio alcolico mal riuscito, perché in fondo e nonostante tutto, continuo a pensare che il genere umano abbia la sua dignità. Mi arrendo quando il dj saluta â??un ragazzo del 44â?, lâ??età di mio padreâ?¦. Vabbhè comunque lâ??happy and câ??è sempre. Eravamo nel posto sbagliato, nel momento sbagliato, ma eravamo le persone giuste.


Capitolo secondo: NEL NAVIGLIO SCORRE TENNENTâ??S


Grazie a Dio hanno inventato il sabato sera, la musica e gli uomini che camminano da soli. E così ci siamo trovati in alzaia, atmosfera tranquilla. Nuovi elementi nel gruppo, uhm� devo capire se mi piacciono o no. La birra, quella buona, che scorre in me e nel pavimento trasparente dove vedo passare il naviglio. Il francese che scaturisce dalle mie labbra, figlio di studi e di ebrezza. Il mio cowboy, sempre lui nel mio cuore, che scorre nella mia anima. Grazie per la serata.


Capitolo terzo: Jâ??â??ACCUSE



Domenica primaverile e quindi parco. Eravamo lì, il mio cowboy ed io a crogiolarci al primo sole, al profumo dellâ??erbetta nuova e tra mille coccole. Ed un tratto abbiamo sentito gente urlare e ringhi strani. Premetto che gli animali mi piacciono etc etc e non mi voglio trovare subissata di slogan animalisti. Un cane, tenuto al guinzaglio ma senza museruola, ha azzannato un altro cane che era a sua volta tenuto a guinzaglio (senza museruola) da due ragazzine. I cani si sono avvicinati, si sono annusati, non sembravano aggressivi e poi, in un secondo, una scena orribile. Pensavo che il cane più piccolo fosse morto, le ragazzine strillavano e piangevano, la gente accorreva. Una scena di violenza davvero shokkante. Ora mi chiedo: e se avesse azzannato un bambino? Il parco la domenica è affollato di gente e soprattutto di bambini che giocano, alcuni molto piccoli. Io reputo che debba essere vietato lâ??ingresso ai cani in determinate situazioni se non muniti di museruola. Lo so, non è bello ma mi chiedo se è davvero necessario portare lì i cani. Dalle mie parti ci sono ancora molti campi e luoghi tranquilli, trovo che sia una forzatura portarli necessariamente al parco dedicato al divertimento delle persone e, ribadisco, DEI BAMBINI. Sarò una zia lamentosa e iperprotetttiva, ma mi sono immaginata di vedere lì mio nipote. Credo che lâ??incolumità delle persone sia una priorità assoluta rispetto alla passeggiatina del cane!


9 commenti:

  1. non trovo il racconto. col mac mi mancano delle cose. come faccio a leggerti?

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  2. pardon. trovato. grazie. sono una foca.

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  3. magutto in bergamasco è il muratore... maguttino perchè il mio papi è piccino :)

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  4. Credo che lâ??incolumità delle persone sia una priorità assoluta rispetto alla passeggiatina del cane!
    mi piace sta frase :)

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  5. Bhè certe volte bisogna scrivere delle enormi banalità a caratteri cubitali, perchè la psiche umana sa glissare apertamente le banalità per perdersi nei meandri di paturnie inconsistenti.

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