lunedì 9 maggio 2011










I jeans da donna, forma primordiale di razzismo antiraziale. Non importa di che colore tu abbia la pelle, conta solo quanto adipe hai parcheggiato sulle chiappe, sui fianchi, sulle cosce. Se hai una taglia 40 ( o a scendere) sei nel regno dorato del bottone che, oplah, si allaccia la primo istante. Esci dal camerino ti rigiri nello specchio come un pesce nella farina, e fai in modo che almeno l'80% dei presenti focalizzi lo sguardo su quelle chiappe di marmo perfettamente modellate dal suddetto denim.

Se hai una taglia 42, trattieni il fiato mentre allacci il pantalone, poi rientri nella tipologia "merluzzo panato" di cui sopra.

Dalla taglia 44 si inizia a buttare l'occhio fuori dal camerino prima di uscire a rimirarsi. Cerchi uno sguardo amico, meglio ancora se innamorato e/o annoiato, che ti dirà "ti stanno alla grande", giusto per chiuderla lì.

La 46 è la tua ultima spiaggia. Lo sai che il bottone in vita suderà per chiudersi e che avrai le cuciture sul sedere che imploreranno una dieta. Però ci speri, il rotolino che fa capolino sospinto dall'alto effetto push up dalla chiusura ermetica del girovita, forse non si vedrà. Inizi a voltarti per guardarti le terga, allunghi la maglia, inutilmente, o copre le chiappe o copre i rotolini.

Dalla 48 sei una donna finita. Le commesse inizieranno a darti un paio di jeans guardandoti negli occhi con quel sottile velo di stronzaggine, dicendoti "non vestono molto", che in realtà significa "perchè mi occupi un camerino e mi fai prendere i pantaloni quando lo sappiamo entrambe che non ci starai MAI"" e tra le righe "cicciona che non sei altro".

Allora impari, taci, previeni. Ti dirigi direttamente al reparto uomo, fiondantoti su quei tubi del 100 che ti trasformeranno in un secondo da "donna con problemi di peso" a "operaio della Tosi durante il turno di pulizie". Ti provi una 56, poi chiedi una 54... e via così finchè non arriva la tua 48. Senza punto vita, senza fianchi, senza forma delle gambe. Un sedano di denim che ti si allaccia. E' tuo. Vuoi andare a quella fottutissima cassa con in mano un paio di strafottutissimi jeans, la cassiera non capirà che sono per te.

Esci felice, con il tuo sacchetto colmo, pensi già a come fare le modifiche per renderli più femminili ... o quanto meno umani. E mentre sei lì persa tra i tuoi pensieri, ti passa la sventola taglia 40. Un jeans, una maglietta, un tacco 140 anche alle 2 del pomeriggio. Una coda, zero trucco. Strafiga da paura. Tu non sarai lontanamente simile al suo genere e razza, nemmeno dopo 72 mesi in beauty farm. Acqua sapone. Facile a dirsi con un culo truccato da un jeans da favola.

Fai che gli si rompa un tacco... no, troppo cattiva... che inciampi in mezzo alla piazza, dev'esserci una giustizia!

2 commenti:

  1. colpito da medesima invidia di fornte al fisico statuario di Clemente Russo al cinema. lui però è un bravo ragazzo e non mi sento di fargli macumbe. Più virilmente ricomincio con gli addominali che interrompo per la mancanza di fiato.

    saludos y fuerza :]

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  2. mi hai fatto morire dal ridere.
    vero.
    tutto vero.
    tremendamente tutto vero.

    cmq devono aver capito il problema...sarà per questo che se vai da H&M ti senti una strafiga quando ti dicono che la 40 corrisponde ad una 44!!
    :)

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