lunedì 2 maggio 2011






ansia da prestazione. certo, è sicuramente quello. oggi presenti il tuo primo libro, forse l'ultimo, ma non è questo che conta. per la prima volta dirai a voce alta i tuoi pensieri, spiegherai perchè scrivi. ti sei raccontata tante volte questa storia, ma sentirla a voce alta, fa un effetto diverso. potresti stupirti o restare delusa. se tutto quello che provi e che pensi fosse solo un alito di vento?

non sai quante persone ci saranno ad ascoltarti, ma sai che ci saranno due occhi puntati su di te. due occhi che sanno che non stai producendo mattoni. stai facendo una cosa impalpabile, invisibile, intoccabile. qualcosa di poco solido, non eterno, non pratico. lo sai tu, lo sa lui. ma per te è una conquista, per lui forse una delusione. ma oggi sarà lì, ad ascoltare sua figlia. la sua presenza è un dirle "non ti capisco, ma ci sono" e per ora questo basta, ma il mio cruccio sarà sempre quello di farmi capire e chissà, forse di farmi apprezzare per il muratore e per l'uomo che non sono e che non voglio essere. ho voluto che tutto fosse molto femminile, dai tacchi alle parole in un binario andata-ritorno infinito, dove tutto si fonde e acquista un senso.

forse tutto inizierà e finirà oggi, ma questo attimo sarà esistito ed io con lui...devo andare,





si alza il sipario.






4 commenti:

  1. Tuo padre ha intuito, si.

    E per i mattoni, mi sa che punta tutto su Ricky

    Vai, fra poco si comincia!

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  2. ed è andata bene, sei stata brava e nel suo silenzio, nelle sua domande sono sicuro che c'è la comprensione che non di soli mattoni è fatta la vita di un uomo (e di una donna) e che anche le parole costruiscono qualcosa.

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