venerdì 17 dicembre 2010




Non è facile. non lo è mai. Essere un ruolo intendo. Essere moglie, essere figli, essere madre o padre. I ruoli sono armature pesanti che si modellano sul nostro corpo e prendono le nostre sembianze, le nostre difese, ma non sono noi. Sono strutture, protezioni, croste che curano ferite aperte, carne viva. I ruoli sono pesanti, talvolta ci fanno barcollare, altre ci fanno crollare rovinosamente addosso alle vite altrui. E allora diventiamo ingombranti. Padri e madri che diventano un fastidio molto simile al dolore, un fastidio che schiaccia ed opprime i figli. Poco importa se l'intento era quello di farli restare piccini per difenderli con il nostro corpo. Ma i figli non li nascondi, hanno la loro vita, e se la riprendono con ogni mezzo. Scavano la terra, graffiano la roccia, scoprono la lentezza e la negazione e rinascono edera sui nostri scudi. I figli sono graspi di vite, anche se non sono buoni per diventare il vino dei padri, sanno inventarsi grappa: schietta, trasparente, da bere a tavola alla fine di una cena, quando al desco restano pochi amici, quelli migliori. I figli ci amano, sempre, a volte con rabbia. Quello che è sicuro è che i figli ci superano: in altezza, intelligenza, arte, cuore... solo che spesso non lo sanno, non lo capiscono, ancorati al peso schiacciante dei ruoli opprimenti. A volte invece, sanno infrangere tutto con il peso detonante di una lacrima, sanno riscoprirci persone, con i nostri limiti, i nostri errori e sanno amarci. Anche in questo sanno superarci, perchè per noi loro sono stati generati perfetti nonostante la nostra imperfezione e ci viene facile amarli. Loro ci amano per i nostri difetti e costa fatica. C'è da imparare.

1 commento:

  1. mimma, certe tue parole quando le leggi suonano, come la musica. bello leggerti.

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