lunedì 6 dicembre 2010





Ci pensavo oggi mentre, dopo diverse traversie, sono riuscita a riprendere l'auto. Ero a Milano per una visita, quindi ho dovuto attraversare la città tentacular sotto la neve e il ritorno è stato un calvario per via di un tizio che ha provato a suicidarsi. Ora non sono una grande esperta di psichiatria, ma credo fortemente due cose:

1. se uno si suicida nei giorni di ponte e di fiera dell'artigianato, cercando di buttarsi in una delle più centrali stazioni metro e sui binari della m1 che, guarda caso, è sovraffollata per via della suddetta fiera, bhè ecco, forse sta solo cercando aiuto e non pensa veramente di farla finita.

2. credo che il suddetto suicida avrebbe riportato molte più lesioni se fosse incappato nelle grinfie degli sfigati (come me) che cercavano inutilmente di tornare a casa a mezzo metro. Risultato la linea in tilt, sovraffollamenti di rito etc.

Comunque, superato tutto questo, pagato il parcheggio di molino mentre fioccava alla grande, ho imboccato l'autostrada e sono partite le note di you make me feel like a natural woman. Ecco, d'improvviso la maledetta neve è diventata un manto di pace sul mondo, la macchina una piccola casa accogliente, la strada una via per i pensieri. Ho pensato che è un compito gravoso quello di cercare ogni giorno qualche piccola gioia a cui ancorarsi, spesso è un lavoro inutile, troppo spesso mi fa sentire idiota. Eppure credo ancora che ne valga la pena. Di resistere intendo, di non arrendersi alla rabbia, alla delusione e alla fatica. Se dedico buona parte della mia giornata a litigare con i problemi più o meno gravosi, credo di avere anche il dovere, verso me stessa e i miei cari, di dare il giusto peso anche a quei piccoli dettagli capaci di salvare un momento difficile. Lo dico io, che non conto niente, lo scriveva Herman, che ne sa molto di più...


"Al giorno d′oggi la maggior parte degli uomini vive in uno stato d′ottusità, senza gioia e senza amore. Gli spiriti eletti si sentono oppressi dal nostro modo di vivere in cui l′arte non ha più valore, e si allontanano dal quotidiano. Nelle opere d′arte e nella lettratura, dopo il breve periodo del realismo, si percepisce un senso costante di insoddisfazione, i cui sintomi più evidenti sono la nostalgia per il Rinascimento e per il Neoromanticismo. "Mancate di fede!" grida la Chiesa. "Vi manca l′arte!" grida Avenarius.
Per parte mia penso che ci manchi la capacità di godere. Ciò che del Rinascimento ci affascina tanto, non è che l′anelito a una vita più elevata, la concezione della vita come una cosa allegra, come una festa. L′eccessivo valore che diamo ai minuti, la fretta, che sta alla base del nostro modo di vivere, è senza dubbio il peggior nemico del piacere. Sorridiamo nostalgicamente leggendo gli idilli dei viaggiatori sentimentali dei tempi passati. Per cosa non trovavano il tempo i nostri nonni? Leggendo l′egloga sull′ozio di Friederich Schlegel, non potei fare a meno di pensare: quanto avresti sospirato, se tu avessi dovuto fare il nostro lavoro! ..." tratto da "piccole gioie" di Herman Hesse

2 commenti:

  1. Sì bisogna cercare di gustare le piccole gioie quotidiane, alla fine sono quelle che contano.
    un abbraccio
    P.S. io non ce l'ho fatta a reggere la Fiera dell'Artigianato!

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