mercoledì 22 ottobre 2008
















VITTIME DELLA CRIMINALITA’ APPELLO ALLA STAMPA
Pubblicato il 23/05/07 alle 21:14:16 AST da Admin
GiustiziaVITTIME DELLA CRIMINALITA’ APPELLO ALLA STAMPA: NESSUNO SI PREOCCUPA DELLE VITTIME.
Silvia Ferretto Clementi
Consigliere Regionale di AN - www.ferretto.it

VITTIME DELLA CRIMINALITA’ APPELLO ALLA STAMPA
Date voce alla disperazione, alla rabbia e al dolore dei parenti delle vittime, pubblicando la lettera di uno di loro
Dopo l’approvazione in Consiglio regionale della mozione N. 162 http://www.ferretto.it/attivita_politica/Mozioni/mozione_162_vittime.html da me presentata e sottoscritta da quasi tutti i gruppi regionali, con la quale si chiede alla giunta regionale di garantire un supporto informativo, psicologico, legale e economico a tutela e sostegno di coloro che, direttamente o indirettamente, sono vittime della criminalità – racconta Silvia Ferretto Clementi. Consigliere regionale di Alleanza Nazionale - ho ricevuto una e-mail di ringraziamento da parte del parente di una vittima, alla quale era allegata una lettera veramente toccante.
Un grido di rabbia, di dolore e di disperazione. Una testimonianza – continua l’esponente regionale di AN - estremamente significativa, resa da Livio Moiana, il cugino di una giovane donna alla quale, per futili motivi, è stata recentemente tolta la vita,.
Le vittime e i loro parenti – conclude Ferretto - vengono troppo spesso dimenticati e lasciati soli con i loro drammi e vicissitudini. Credo che sia dovere delle forze politiche, oltre che di occuparsi giustamente dei diritti dei detenuti, non abbandonare queste persone e della stampa dar loro voce. E’ per questo che chiedo a giornali, radio e televisioni di dare spazio a questa tanto drammatica quanto dura lettera, che allego qui di seguito. Il documento si può consultare e scaricare anche dal mio sito www.ferretto.it alla voce “sicurezza”.

STRUZZI E CONIGLI... ASPETTANDO QUALCHE FALCO
Grazie Presidente della Repubblica che trova il tempo e i pensieri per andare a visitare i criminali in carcere....
Grazie da parte di una vittima e parente di una vittima che da lei non ha ricevuto nulla se non lo sdegno nel vederla preoccuparsi per chi infligge il male.
Grazie per la sua scelta di pensare a loro dimenticandosi di noi vittime.
Grazie a voi politici che tanto vi prodigate nel cercare di rendere la vita ai criminali sempre migliore (abolizione dell'ergastolo, riduzione della pena col patteggiamento, permessi, benefici, semilibertà, etc.) disinteressandovi totalmente delle vittime, passate o possibili future.
Grazie a voi che ritenete disumano vivere in determinate condizioni nei penitenziari.
Grazie a voi che probabilmente ritenete, invece, umano vivere in una casa, in una città, in una vita in cui si è subita una violenza, un omicidio o uno stupro.
Pensate sia forse umano vivere in una tomba di un cimitero?
Provate a migliorare le condizioni di alloggio di un defunto quando vi preoccupate di celle strapiene nelle carceri.
Grazie a voi che preferite l'indulto, l'amnistia, i permessi e le semilibertà all'inaugurare e far funzionare nuove carceri che giacciono abbandonate tra erbacce e stipiti rotti da anni e per le quali sono anche stati spesi milioni e milioni di euro dei contribuenti.
Grazie a voi che vi preoccupate del reinserimento nella vita per i criminali.
Grazie...
noi vittime e famiglie delle vittime invece siamo poveri imbecilli.
Noi dobbiamo rimboccarci le maniche e fare tutto da soli perché a voi interessa solo il bene dei criminali.
Pensate sia facile dopo un crimine subito, dopo aver perso per omicidio una persona amata, dopo aver subito uno stupro reinserirsi nella società e nella vita di tutti i giorni?
Pensate sia facile dover affrontare paure, timori, insicurezze e, purtroppo, spesso anche certezze dopo un trauma del genere? Probabilmente sì, perché non spendete mai una sola parola per le vittime: i carcerati vivono in condizioni disumane nei penitenziari.
Questo è ciò di cui vi preoccupate.
Grazie perché tra vittima e criminale quest'ultimo da voi ha sempre benefici.
Provate a chiedervi se una vittima può beneficiare di permessi premio dal suo dolore o dalla perdita di un proprio caro morto ammazzato.... provate a chiedervi se una vittima di un crimine potrà mai avere l'indulto verso il proprio dolore o trauma....
provate a chiedervi se una vittima di stupro o di abuso sessuale (pensate a donne e bambini se ne siete capaci) avrà la semilibertà da ciò che si porta dentro, da quando è successo.
L'unica certezza della pena è quella delle vittime.
La pena che si portano dentro e che resterà per sempre….
Grazie a voi politici, persone famose e non, che tanto vi prodigate per andare a trovare i criminali nei carceri, dandovi da fare in iniziative per il loro recupero.
Chissà quanti di voi hanno mai fatto una telefonata, scritto una lettera, o suonato alla porta di una vittima.
Processioni di attenzioni invece verso i carceri.
Tra vittime e criminali ecco di chi vi importa.
Alzi la mano chi vi ha mai sentiti parlare delle vittime e di fare qualcosa per loro.
La alzi ora invece chi vi ha sentito parlare del problema delle disumane carceri italiane..
E infine grazie ad alcuni di voi giornalisti, struzzi e conigli, che sicuramente vorrete
cestinare questa mia lettera perché è più importante parlare di vallettopoli, dei reali di questo o quel paese, dei calciatori o di qualche reality.
Attenderò un falco tra voi, ma sono disilluso perché per esserlo serve coraggio e personalità.
Attenderò tra voi qualcuno che si alzi in volo... ma con la testa sotto la sabbia è difficile farlo.



LIVIO SONO CON TE

3 commenti:

  1. La società in cui viviamo non è delle migliori purtroppo, forse non lo è mai stata. Ai familiari delle vittime non resta che tanto rancore che rimane chiuso dentro. Chissà se esiste una giustizia divina, chi lo sa se poi per le persone che hanno provocato tanta sofferenza e per quelle che "dovrebbero" fare giustizia c'è un conto da pagare, io spero tanto di si. Ciao

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  2. c'è un conto... un conto altissimo, ma come capita nelle peggiori compagnie "paga l'ultimo" e paga per tutti. In questo caso l'ultimo è chi sopravvive all'uccisione di una madre, di una figlia, di qualcuno che non solo è ucciso ma è anche dimenticato.

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  3. La giustizia ha troppe facce per meritarsi il nome che ha. Le vittime non muoiono tutte.
    E una volta i carnefici prima del colpo di grazia chiedevano perdono.

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