martedì 2 settembre 2008







Ci sono pochi luoghi che ci appartengono nella vita e dovrei considerarmi fortunata per avere trovato il mio.
E' lontano da dove vivo e mi manca per 335 giorni l'anno quel respiro profondo che parte dall'anima e che riesco a sentire qui. Seduta, i piedi scalzi, all'ombra del campanile, mentre godo delle cicale notturne e dei profumi delle calli, ascolto il mio mare che so essere appena dietro quei gradini, insieme alla madonnina e a tutto il mio mondo.

Passerei l'esistenza nella piazza che si addormenta, quando i pittori ripongono le tele e tra i capelli sbuffa un po' di grego.

(scritto sul retro della ricevuta delle "Ae do Rode")

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