lunedì 17 dicembre 2007

E lo so, saranno ancora il rhum e le birre doppio malto di venerdì, che ci volete fare. Però in questa serata gelida, mentre torno a casa cercando di non scivolare sul cortile ghiacciato, canticchio ancora "Tu scendi dalle stelle". Eh già. Patetico quanto basta. Però c'era il piccolo sta sera che la cantava, e c'erano violini e una voce da soprano. E quando sento quella canzone ritorno a tutti i miei natali. Alla recita da preparare, alle ore di coro con il maestro di canto, quello che ci insegnava a cantare il Và Pensiero e l'Inno di Mameli.


Ricordo i banchi ammassati alle pareti, i grandi in fondo e i piccoli davanti e poi gli spostamenti nel gruppo per accordare le nostre voci. Ricordo le mani dietro la schiena e il maestro burbero ma simpatico, che ci diceva che per cantare bisognava non aver paura di fare le boccacce. E allora eccoci a solfeggiar su quel "freddo e geeeEEEeeeEEllllooo". E ricordo ancora che mi faceva sentire in colpa cantare " ah quanto ti costò l'avermi amato" dimostrazione di come la Chiesa sappia sempre come instillare il gene del senso di colpa, salvo poi ricordare (e forse dovrebbe cantare a voce ben più alta) che si fece Amor POVERO.


Però questa canzone mi da ancora quel sapore di Natali puliti, di voci di bambini, del mio piccolo che mi sorride abbracciandomi alla fine di questa messa recitata. E mi piace pensare che anche lui un giorno si ricorderà dei suoi natali da bambino, dove c'eravamo tutti, ma proprio tutti: mamma, papà, i nonni e gli zii, quelli un po' strani, la zia hippie e lo zio capellone. Ognuno strano a modo suo, eppure tutti a scartar regali e cantare Tu scendi dalle stelle stretti intorno a lui.


No, nè sono certa, non è stato un errore rinunciare a Londra per vederlo crescere. Non dimenticarlo zia, e goditi il tuo piccolo.




Tu scendi dalle stelle,
o Re del cielo,
e vieni in una grotta
al freddo al gelo,
e vieni in una grotta
al freddo al gelo.
O Bambino mio divino,
io ti vedo qui tremar.
O Dio beato,
ah quanto ti costò
l'avermi amato.
ah quanto ti costò
l'avermi amato.

A Te che sei del mondo
il creatore
mancano pane e fuoco,
o mio Signore,
mancano pane e fuoco,
o mio Signore.
Caro eletto pargoletto
quanto questa povertà
più m'innamora
giacché ti fece amor
povero ancora,
giacché ti fece amor
povero ancora.







4 commenti:

  1. anche per me questa è un bel ricordo.....
    per fortuna (mia) sono stonato...
    ;) ciao..

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  2. little sapevo che non avresti resistito ad un post da zii :)

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  3. ui uissiu e meri crismas ui uissiu e meri crismas ui uissiu e meri crismas end en eppi niu iar.

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  4. aaaaahh la renna :))))))))))**********************

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