mercoledì 5 dicembre 2007

Ai suonatori un po' sballati
ai balordi come me
a chi non sono mai piaciuta
a chi non ho incontrato
chissà mai perchè


.... e dedicato al Frez ....





Casa editrice fondata nel 1953 da Lawrence Ferlinghetti e da Peter Martin (figlio di un italiano) situata a suo tempo in Columbus Avenue 261, all'angolo con Broadway Street, nel quartiere italiano di San Francisco denominato North Beach. E'una libreria che si interessa di letteratura indipendente internazionale, arti ed politica progressista.


Al secondo piano della libreria c'era la redazione della rivista di cinema e cultura City Lights (il nome era ispirato al film Luci della città di Charlie Chaplin) fondata dallo stesso Martin.


è ricordata come ritrovo della beat generation, di molti dei suoi protagonisti più significativi, in quanto lo stesso Ferlinghetti è considerato un'appartenente al gruppo. è citata in "Big Sur" di Jack Kerouac dove il suo fondatore compare sotto il nome di Lorenzo Monsanto.
Tra le pubblicazioni da ricordare c'è la collana "Pocket Poets Series" che raccoglie una cernita di scrittori all'epoca emergenti, o indipendenti, e promossi da Ferlinghetti.
La pubblicazione di maggior rilievo fu l'edizione di Howl & Other Poems di
Allen Ginsberg, che all'epoca suscitò molto clamore e controversie legali. Infatti, nel 1956, l'uscita di Howl come libro numero 4 della collana, portò all'arresto di Ferlinghetti con l'accusa di diffusione di oscenità.
Il processo ebbe un richiamo nazionale in quanto fu seguito dal "San Francisco Reinassance" e dall'ormai famoso movimento degli
scrittori beat.
Molti prestarono il loro aiuto nella risoluzione del
processo, tra cui figure di prestigio letterario e professionale, e così Ferlinghetti venne rilasciato. Nonostante tutto, però, il caso è importante poiché crea il primo precedente di appello al Primo Emendamento (libertà di parola e di stampa) per la pubblicazione di materiale controverso, ma di interesse sociale.
Questo evento e l'eccezionalità del ruolo di City Lights nella cultura di San Francisco e in quella
statunitense dopo la seconda guerra mondiale, avendo pubblicato autori della Beat generation e diffuso molte altre opere rilevanti, ha permesso a questa piccola libreria, nel 2001, di ottenere lo status di Landmark (punto di riferimento). Tale status garantisce il mantenimento di determinate caratteristiche dell'edificio e dei suoi dintorni così da poterne fruire la storicità e l'importanza.


All'inizio l'estensione della libreria si limitava ad un piccolo spazio di un edificio costruito dopo il terremoto del 1906 a San Francisco. Nel tempo le sue dimensioni si sono moltiplicate, tanto che oggi si contano tre piani in cui si raccolgono contenuti e arti di vario genere.
Nonostante sia meta di molti curiosi, lettori e letterati, City Lights resta intrisa del suo carattere beat originario e ciò è visibile nella scelta di essere una libreria indipendente, e nella scelta dei libri: da quelli delle maggiori case editrici fino a quelli più rari e con poco respiro pubblicitario. L'importanza è data al contenuto e all'immagine o all'aspettativa di lucro.
L'indipendenza, poi, implica che all'interno della libreria si può sfogliare, leggere, confrontarsi, lasciare le proprie opere oppure solo sostare in questa zona franca della
letteratura e dell'arte.
Sono famosi i suoi dipendenti per la capacità e la conoscenza
enciclopedica cosicché si entra per comprare un libro e se ne esce con un altro, magari di un perfetto sconosciuto. Oggi City Lights è membro della American Bookstore Association.

1 commento:

  1. Appero'!

    ...grazie per la dedica...
    ...è un piacere far parte della "banda dei balordi"...

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