martedì 6 febbraio 2007

Eccomi qui, ancora esaltata dalla serata di ieri sera! Abbiamo finalmente analizzato il mio racconto e, strano ma vero, è piaciuto. Devo solo incattivire un po' il finale, la mia anima buona salta sempre fuori, però il lavoro è stato approvato sia dal prof che dai ragazzi.


E' stata un'emozione indescrivibile sentire qualcuno leggere qualcosa di mio. Sentire i miei pensieri narrati ad alta voce e commentati, dibattuti. Sentire parlare di Rose come se fosse "viva". Davvero, vorrei potervi comunicare la mia gioia, ma è qualcosa di così nuovo e inaspettato che non riesco a descriverla, sento solo qualcosa che si muove in fondo allo stomaco e una voglia di sorridere.


Voglio ringraziare Walter per la pazienza e per avermi pungolato. Voglio anche augurare a lui e alla sua rivista di decollare, di portare in giro un po' di buona informazione, curiosità e cultura. L'obbiettivo è ambizioso, portare in giro una voce lontana dal coro delle grandi case editrici, credere nei contenuti più che nelle pagine patinate della pubblicità. Per chi vuole dare un'occhiata linko qui il sito e vi copio/incollo un breve stralcio.


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"...Un tempo la scelta dei romanzi competeva ai redattori, i quali a loro volta erano spesso scrittori pubblicati nel catalogo dell’editore per il quale lavoravano. Di conseguenza, non avevano alcun interesse a mescolare i loro romanzi con opere di discutibile qualità. Che la si chiami orgoglio di appartenenza, snobismo, o, più semplicemente, supponenza, (se non la si vuole definire amore per la letteratura) una simile dinamica garantiva una forza alla narrativa di valore qualitativo. Oggi potremmo dire, con un pizzico di nostalgia, che le garantiva l’esistenza.



E’ inevitabile che il commercio, nelle mani dei manager, finisca, nella telefonia come nell’arte, per assestarsi nel dominio del superfluo. E in libreria, i consumatori non vengono cercati tra i lettori veri, bensì tra chi acquista un prodotto soltanto perché se ne parla o perché visto in vetrina.


I manager editoriali sostengono essere questa la massima concretezza democratica possibile, dal momento che a scegliere la linea di produzione sarebbe la gente stessa. E, con questo pensiero infantile, dimenticano (o fingono di dimenticare o, peggio, non sanno) che il ricatto implicito in una simile dinamica, finisce per distruggere la creatività. Nel momento in cui l’autore viene mosso dal gusto del lettore, il suo pensiero cade verso il basso e abiura i valori culturali a vantaggio, ancora tutto da dimostrare, di quelli del consumo..."

11 commenti:

  1. hai scritto un racconto?'
    in bocca al lupo allora!!
    senti ma la tua amica MOnicanta sai che fine ha fatto stamattina?
    è la nostra giudicessa alla gara di poesia saffica in rima, e oggi dovrebbe darci il verdetto , ma no c'è!

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  2. e c'ho provato a scriverlo katana :) monica secondo me è tornata a sedurre il vigilantes, se non torna entro mezzodì la chiamo al cellu :)

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  3. e io ancora lo devo leggere.
    però sono contentissima per te.
    Non devi preoccuparti del lavoro che non va.
    Tu sarai una scrittrice.
    Del resto che ti frega.

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  4. tu lo sai vero che gli scrittori non mangiano? però... potrebbe essere un modo per rimettermi in forma hahahah

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  5. beh al limite puoi venire qui a fare l'assistente di PID.

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  6. Io quando leggo le mie poesie in genere anche i miei gattini smettono di miagolare..

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  7. deve essere veramente una bellissima sensazione.

    complimenti cara.

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  8. smettono di miagolare ed iniziano ad ululare, credo....

    L'ultima volta che scrissi una poesia, tantissimi anni or sono, provai a decantarla (come il vino)... non so come fosse, ma funzionò alla perfezione per eliminare gli acari... si trasferirono di corsa e in fila indiana...

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  9. Ciauuuu! Sono nuovamente operativa! E il vigilantes non l'ho sedotto! Bella amica che sei! Cosa pensi che vado in giro a sedurre l'uomo panino???

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  10. segnalazione molto interessante e complimenti a te.

    ciao :)

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