mercoledì 20 luglio 2005

CRONACA DI UNA NORMALE SERATA PERFETTA


"Ciao amore, passo a prenderti al lavoro e andiamo alla Feltrinelli". E così parcheggiamo in un viale alberato al fianco di una bella chiesa protestate. Ci tuffiamo nella buca del metrò e risorgiamo in pochi minuti in un dorato tramonto limpido. Mi sento bene, in un angolo della Milano da bere, quella che vedi nelle riviste patinate, con il mio uomo per mano, la mia gonna da zingara nera e una calda luce dorata tra i capelli. La temperatura calda e l'aria fresca post nubifragio. Abbiamo mangiato in via Dante, una cena economica ma che mi sembrava da gran signori, chiaccherando come fossimo al primo appuntamento, dove io proponevo il mio mondo e lui diceva sempre si sorridendomi. E poi ci siamo immersi, come non facevo da troppo tempo, in quello che era il mio mondo di carta. I miei amici libri che mi hanno tenuto compagnia tante domeniche in cui ero sola e passavo ore a scegliere e sfogliare libri freschi di stampa. Li ho toccati, sfiorati, vagando senza meta alla ricerca del colpo di fulmine. E i suoi occhi che ogni tanto comparivano, ogni tanto mi scrutavano come un'ombra innamorata. Sorrisi e "tu che ne pensi?" che fanno di una buona serata, un'ottima serata. Siamo usciti con tre libri a testa, più uno prestato per me e uno che non ho trovato ma che comprerò. Ci siamo baciati sulle scale dietro le casse e, citando il mio film preferito "harry ti presento sally" ho chiesto sorridendo "eri tu che mi guardavi da psicanalisi e donne?" E poi di nuovo ai piedi del duomo, all'aria aperta. Io che camminavo come sempre guardando il cielo e lui che mi accompagnava con una risata satanica, soddisfatto del suo acquisto "come dominare le masse". Mi ha comprato il gelato come fossi la sua bimba e chiaccherando e camminando siamo tornati alla nostra macchina. Gambe incrociate sul divano, le repliche di sex and the city e birretta fresca, sono l'epilogo di questa serata fatta di cose normali. Persone normali che unite rendono la normalità perfezione.


DA INTERVISTA A MILAN KUNDERA


"il romanzo è un territorio in cui non si possono fare affermazioni: è il teritorio del gioco e delle ipotesi"

2 commenti:

  1. Farei a cambio...la mia immunità alle zanzare per una serata così normale.
    Mi tiri su il morale, significa che è possibile.

    RispondiElimina
  2. già. la vita è differente. la mia banca no.

    RispondiElimina