martedì 1 giugno 2004

... SONO SOLO CANZONETTE ...


Oggi mi è accaduta una cosa buffa. Cowboy non ti arrabbiare perché è solo questione di tenerezza, null’altro. Mentre ero in cantiere, ho visto proprio lì davanti il mio “primo amore” che stava telefonando. L’ho salutato dal balcone e poco dopo lui è entrato a cercarmi.


Avevo 14 anni, lui 19 ed era il mio coach di pallavolo. Mi ero presa una cotta paura, ma mai avrei pensato che un ragazzo così grande si interessasse a me, tanto più uno così gettonato dalle belle della squadra.


Poi accadde una domenica di aprile, mentre c’era la festa del mio paese. Noi ragazzi si era tutti alle giostre a fare i tamarri sugli autoscontri (…. e scagli la prima pietra chi non l’ha mai fatto). Io ero su un’autoscontro con una amica e lui arrivò con i suoi amici. La voce sgrammaticata del ragazzo delle giostre, annunciò la dedica per me “Da M. a L.). Mi ricordo ancora: era Eros “Se bastasse una sola canzoneee uuuuuuuuhhh a far piovere amooooreeeee…”, correva l’anno 1990. Un’emozione violenta, essere la principessa per un secondo, gli occhi di tutti puntati addosso e lui che mi sorrideva da bordo pista. Alla fine del giro, lui si avvicinò e salì in auto con me. C’era anche mia sorella, rinomata per il suo polso ferreo, che vedendo la scena si commosse e iniziò a frignare “perché la sua sorellina diventava grande”. Uscimmo qualche volta dopo quella domenica e per me fu un sogno. Ma ero imbranata da paura, oggi mi rivedo e sorrido pensando ai miei fuseax verde pisello e so che oggi quel bacio mai dato, forse lo avrei accettato. Si perché la nostra storia fu così, mano nella mano e tanti sguardi, cose non dette. Inutile dire che durò poco e lui si trasferì ben presto su lidi più svegli di me (come biasimarlo). Fu un duro colpo, per parecchio tempo pensai a lui, poi l’infortunio, e tutto quello che arrivò in quella terribile estate ’90, cancellarono i sospiri per lui. Peccato, perché per anni mia madre sostenne che fosse il ragazzo ideale per me (forse perché poi mi dedicai ai capelloni).


E oggi me lo sono ritrovato davanti, e si parlava del più e del meno e mi ha stupito sentirgli dire che aveva ancora la testa come sull’auto 25 rossa. Lì per lì gli ho chiesto: “Ma non avevi la Talbot grigia?”. Avevo completamente rimosso gli autoscontri e tutto il resto (solita figuraccia) e mi sono stupita che lui ricordasse i dettagli. Per parecchio tempo ho pensato che a lui non importasse nulla, io o un’altra che differenza c’era, ma sono contenta che una briciolina di bionda imbranata sia rimasta nei suoi ricordi.


E mi fa riflettere questo aneddoto. Penso che mi rattristo, a volte mi dispero, pensando alle persone che ho perso. Mi ferisce pensare che persone che ho amato sono sparite e mi hanno dimenticata. Ma oggi sorridendo, ho scoperto che magari anche gli altri ogni tanto pensano a me. Magari ricordiamo le stesse cose, sorridiamo per le stesse canzoni e piangiamo un po’ per la malinconia. Non so se sia vero, o se la tenerezza di questo ricordo mi sta coprendo di miele le sinapsi, però mi fa sorridere questa speranza di non essere dimenticata.



Ps. Grazie a M. per i ricordi di questa giornata.



1 commento: