mercoledì 28 aprile 2004

E alla fine sì, fors...

E alla fine sì, forse hai ragione tu, è giusto parlarne....


Certo, sono una piccola molecola in quel mondo di persone che non si amano. Non era ancora bulimia, non era ancora anoressia. Era un'atteggiamento diverso, però, dalla normalità. Un modo malato di gestire il mio dolore. Certo perchè il dolore c'era, quello si. Però non doveva trafelare, che non si sapesse che la corazzata era stata colpita. "Che c'è da fare? Si lavora, si esce, si fa sesso? Basta un fischio e io ci sono", perchè avrei fatto di tutto per non permettermi di pensare. "Si esce a cena? Certo, perchè no!" E si sceglie magari il pesce all'inizio, o qualcosa di estremamente poco calorico. Qualcosa anche di sexy da piluccare, perchè abboffarsi su una carbonara non è certo elegante. E bisognava esserlo invece! Il vestito mai banale, i capelli pettinati e il trucco, quello sempre. Sorrisone in prima pagina e... ciak sei in onda. Poi uno strano disturbo. Un pugno quasi allo stomaco che non voleva aprirsi. Stretto dalla morsa dello stress, io quasi felice di mangiar poco. Non sono mica patita no? Anzi, perdessi quei maledetti kg in più! Un giretto in bagno, un sentirsi subito meglio e trovare il posto per un bel dolce (quanto amo i dolci!). Rimettere il rossetto e tirare su il sipario. La bilancia mi era amica allora, e mi vedevo dimagrire, nulla di estremamente visibile. Anzi! Tutti a dirmi che ero in gran forma. "Hai fatto bene ad andartene, non vedi come stai bene ora?". Già, stavo bene, lui era lontano e non poteva più farmi paura, gli amici volevano la mia compagnia, che altro desiderare?


Così cominciai: bandite le bevande gasate (il che era anche salutare), un caffè prima dei pasti (per stringere lo stomaco), diuretici e lassativi in quantità industriale, andare in palestra e mangiare le barrette dietetiche. Ma lo sapete che hanno 300 cal.? Via, bandite anche quelle. Se ingoi tanta saliva quando senti i morsi della fame, riesci a superare la crisi. Poi andavo a letto ed era già un altro giorno. Per la colazione non c'era tempo, perchè dovevo correre in ufficio. A pranzo mangiavo, per forza, perchè mamma mi pressava. Poi la sera uscivo fosse solo per un giro solitario per la circonvallazione interna e per saltare la cena. Era diventato automatico. Se mangiavo un po' di più, arrivava provvidenziale il vomito a salvarmi. E nemmeno mi sentivo in colpa perchè "mica lo facevo apposta", "mica sono di quelle che si cacciano le dita in gola". E poi le dita in gola sono arrivate, grazie a Dio per poco tempo. E lì ho iniziato ad aver paura. Scivolavo e non vedevo nessuno capace di capirmi in quel momento. Avevo bisogno di aiuto, ma urlavo come dentro una tecla di vetro, senza farmi sentire, senza farmi toccare. Volevo qualcuno e facevo di tutto per allontanare chiunque interferisse tra me e il mio stomaco.


Davo segni di cedimento però, volevo essere scoperta (e questo lo capisco solo ora) e arrivò il mio vikingo sardo. Il mio gigante schietto a guardarmi dopo l'ennesimo pranzo e l'ennesimo bagno. Un caziatone infinito. Mentre guidavo e lui parlava ......e parlava. Mi vergognavo, ma ero anche estremamente felice. Potevo finalmente dimostrarmi piccola, "indifesa", ferita. C'era qualcuno che finalmente mi vedeva per quella che ero e non dovevo più preoccuparmi di mostrarmi diversa. Mi piaceva vederlo offeso e arrabbiato, perchè dimostrava di volermi bene, di preoccuparsi. E l'Amore, l'Affetto erano le uniche cose di cui avevo assoluto bisogno di cibarmi. Volevo essere importante per qualcuno, e soprattutto per me stessa. Non finì tutto quel giorno ovviamente, perchè sono cose che si pagano e si continuano a pagare. Però quel giorno, quei giorni... trovai la forza sufficiente per riprendere in mano la mia vita. Lo so che il cambiamento è stato repentino, e molti non hanno capito perchè ho DOVUTO prendere certe decisioni, ma chi ha voluto capire è restato e gliene sono estremamente grata. E quando Laura ha iniziato a risorgere (lo ammetto sono risorti anche i kg persi), ha iniziato a capire anche che non tutto quello che c'era nella sua vita era sbagliato. Che bastava allungare la mano per trovare la serenità.


Oggi Laura sta bene. Si pesa ogni mattina e impreca contro gli etti in più. Mi sono rimessa a fare ginnastica, e lotto con gli addominali, ma ogni tanto mi strafogo di burritos con il mio amore e sorrido.


Sabato è stato un giorno speciale perchè ero in un bar con il mio amico vikingo e il mio compagno, cosa rara poichè il mio amico abita lontano da qui. Continuavo a chidergli "come mi trovi?" e lui scherzando mi diceva "ingrassata" , però ha riso e mi ha abbracciato e mi ha detto "stai benissimo"... ed era l'unica cosa che volevo sentirgli dire.


Grazie al mio Stefano vikingo per il caziatone e l'affetto, e al il mio Stefano adorato per la pazienza, la testardaggine e l'amore di quei giorni .....e di questi giorni.

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