giovedì 28 febbraio 2008
mercoledì 27 febbraio 2008
non so se l'ho già scritta questa pagina di diario... ma mi piace ricordarla questa sera e la riporto
DIARIO DI VIAGGIO: EDIMBURGO AGOSTO 2007
PEOPLE EAT
(dedicata al ragazzo fantasma che vedete nella foto)
"Fammi fare un tiro". Lui non alzò nemmeno gli occhi, non si scompose e allungò semplicemente il braccio verso di me.
"Sei pallido, fa freddo... non senti freddo?" Silenzio.
Guardai lì dove i suoi occhi stavano guardando e mi sedetti accanto a lui. Proprio dove lui era seduto. Vedevo gente passeggiare, un vociare non troppo sommesso e poco adatto al posto in cui ci trovavamo, rimbalzava tra il prato e gli stretti vialetti dissestati. Certo, anche noi non eravamo poi così adatti a quel luogo, seduti con le gambe incrociate a passarci una canna.
Dopo un tempo sospeso tra l'attimo e l'eterno, si girò verso di me mentre, le mani pallide rimasero a ciondolare oltre le ginocchia. "People eat" disse "La gente mangia". Stupidi turisti passeggiavano su lapidi di vite esistite, su storia che era pietra, pietra sulla quale io sedevo, testimone, narratrice, custode della memoria della città antica come di quella futura. "La gente mangia. Guarda, su quella tomba che fu vita, quel vecchio obeso, rosso in viso e incolore nell'anima, mangia. Lì seduto sopra una tomba, icona dei vermi che divorano corpi, lui mangia il rispetto e la memoria. Si ingozza con il silenzio della storia, che nella sua bocca diviene rumore del niente. Mangia. Mangia la mia città".
Allora alzai anche io lo sguardo e vidi i turisti, gli stessi di un attimo prima, gli stessi che ora prendevano identità e colore, uscendo dall'ombroso rumoreggiare strisciante per ogni via. "Loro vivono" Riuscii solo a dire, accusando subito il peso di parole così leggere. "Loro vivono se la vita è mangiare, surclassare la morte, non avere paura. Ci sono vite davanti ai miei occhi? c'è chi capirà il valore di queste lapidi? C'è chi le userà per ritrovarsi? Qui dormono coloro che hanno fatto di un attimo un'eternità poichè essendo Esistiti esisteranno in eterno e l'oblio cancellerà solo la forma ma non la sostanza".
"E' questo quello che vedi?"
"E' questo quello che vedo."
"E se tu non vedessi... cosa vedresti?
Mi voltai verso di lui, nessuno mi era seduto accanto su quella lapide. C'erano le parole, o forse solo il silenzio di un attimo. "People eat"
martedì 26 febbraio 2008
E' in momenti come questo che vorrei vivere a Sparta e ripristinare il burrone della feccia umana. E' quando sento il pirladelmiocapo che viene fuori con la sua faccetta disgustata e annuncia al mondo la sua nuova palata di mmmm....erda sull'umanità
"ma i drogati non possono morire subito,
non possono farli fuori che io adesso
Forse qualcuno di voi ricorderà una foto postata circa un anno fa
Bhè quel gran genio del Gibson ha trovato gli articoli che parlano di questo tizio che abbiamo incontrato, mi pare in Arizona, in mezzo al nulla, con un caldo assurdo, tanto che ci è parso un miraggio. Nella foto qui sopra non si vede, ma il novello Cireneo portava al seguito un carrellino tenda che serviva da cocchio per il suo fedele cagnolino. Quando ci siamo fermati a parlare con lui ci ha detto che camminava con la croce sulle spalle per dimostrare che Dio cammina con noi. Questi sono gli articoli.
lunedì 25 febbraio 2008
Ok è lunedì... dismetto le scarpette rosse e ricomincio a lavorare.
Buona settimana a tutti
sabato 23 febbraio 2008
C'è una cosa che mi manda ai pazzi. Perdere le persone. L'ho già detto e lo dirò ancora mille volte. C'è la morte, e con quella non ci puoi fare nulla: vince lei, anche quando ti chiedi perchè. Poi ci sono altre persone che un giorno sono nella tua vita. Persone con le quali esci, mangi, ti ubriachi, ti confidi, dormi, fai i viaggi. Amici, mi verrebbe da dire, se non fosse che.... Che un giorno mandi un messaggio e non vedi arrivare una risposta. Persone che chiami e non rispondono. Persone che ieri c'erano e oggi no e non riesco a spiegarmi perchè. Come lui.
Ci sono stata male per un bel po', ho pensato di aver fatto qualcosa di sbagliato, poi ho capito che non era così, ma di fatto lui non c'è più. Ogni we mi viene voglia di chiamarlo per dirgli di uscire con noi, come quando eravamo un triumvirato: gibson, io e lui... sempre insieme. Però poi ho paura. Paura di un altro no che sarebbe troppo pesante, allora sfodero tutto il mio cinismo e penso che è meglio così. Che non ho voglia di avere a che fare con persone del genere, che è lui che ci perde e che a me resta la cosa migliore che potesse darmi: due bacchette da infilare nei capelli che mi ha portato dal Giappone. Certezze che di solito perdo al primo risveglio o alla seconda birra.
E' che mi manchi idiota.
venerdì 22 febbraio 2008
Da quale sogno vuoi tornare
Da quale angolo lontano
Ombre a rincorrersi sul muro
Mi viene incontro il tuo profumo
E’ un mare calmo l’incoscienza
E ho bisogno di te
Pazienza
Che strani giorni amore
Si muovono le nuvole
Onde a toccare il cielo davanti a noi
Dammi le tue mani
Sei entrato senza far rumore
Hai preso tutte le parole
Ed hai sprecato ogni mia forza
Una rincorsa per le scale
Un’altra strada da sbagliare
Non ho mai fatto penitenza
Bastavi tu
Pazienza
Che strani giorni amore
Si cercano le nuvole
Onde a bucare il cielo davanti a noi
Prendimi le mani
Che strani giorni amore
Si cercano le nuvole
E darsi tutto e farsi male
E andare a fondo, a fondo per cercare
Svegliati, sali su, fino a me
Brilla già? in ogni via la tua luce
Chissà? se avremo un’occasione
Ancora un cambio di stagione
Io benedico la tua assenza
Beata me
Pazienza
Che strani giorni amore
Leggeri tra le nuvole
E resta addosso il male e il bene
Nascondo tutto, tutto nelle vene
Come sorridi tu, nessuno
Come mi guardi tu, nessuno
Oltre satelliti e aquiloni, seguirti ancora
Arriverà? domani
Splende già? in ogni via quella tua luce
mercoledì 20 febbraio 2008
Da oggi prende il via una nuova rubrica dal titolo "I RACCONTI DEL CELLULARE". Gli argomenti saranno vari: appunti, spizzichi e bocconi, foto rubate qua e là, elucubrazione di ogni genere in ordine sparso.
IN VIAGGIO PER PADOVA - andata e ritorno - 13 febbraio 2007
ORE 10.30: LA VITA FA TIC TAC
Attendo l'attibuzione del binario e mi guardo intorno. I visi accanto a me sembrano di un omogeneo color grigiastro e sembrano tutti seri, mi chiedo se anche io appaio così ai loro occhi. Intorno è tutto movimento: persone, valige, vagoni, i cartelloni degli orari in continuo aggiornamento, minuti che si accumulano a minuti di attesa. L'eurostar sul binario 10 viaggia con 10 minuti di ritardo. Nemmeno la pubblicità resta ferma su cartelloni scoloriti, si alterna su monitor LCD e la vita fa tic tac.
ORE 11.45: CAFFE' BECAUSE
Sta arrivando l'omino, quello con la voce da citofono e il campanello sul carrello delle bevande "caffè, cappuccino, paaaaaninii". C'è un ragazzo inglese nello scompartimento con me, penso sia uno studente di architettura, continua a schizzare sulla moleskina dei prototipi di sedie. Chiede un caffè. L'omino, in quel dialetto che sa di qualunque cosa tranne di italiano, chiede "che lo vuoi lungo, corto, macchiato". Il ragazzo lo guarda timido e dice "I'm English" e l'omino sfodera tutta la sua padronanza delle lingue: "che lo vuoi small (indicando con la mano "piccolo") o BECAUSE (indicando con la mano "grande"). Ovviamente non ho resistito, sono scoppiata a ridere e poi mi sono tuffata tra le pagine del libro che stavo leggendo: Fontamara, mai lettura fu più azzeccata.
ORE 12.21: PASSING PESCHIERA
Tra poco sarò nella mia terra e già intravedo nella campagna e nei vigneti circostanti, le case colorate con le finestre bordate di bianco. La mia terra è fatta così: filari interminabili di viti e frutteti e verde geometrico intervallato da zolle di terra bruna smossa da poco. Forse è per questo che qui riesco a ritrovare il filo rosso dei miei pensieri, della mia vita, dei miei "c'è da fare". Qui riesco a sentirmi circondata da metodo e passione ed è con metodo e passione che vorrei affrontare la vita. Io che amo il profumo della polvere cementizia, qui ritrovo il gusto di respirare e, anche se sono ancora su questo treno che puzza di sferragliamento, sento l'energia del verde che, ordinatamente, sta per germogliare.
13.26 ARRIVO A PADOVA
ORE 20.20: STO TORNANDO A CASA
E' che forse amo troppo e per questo non sarò mai davvero serena. Come adesso che sono su questo treno e dal finestrino scorre via solo una lastra nera e qualche bagliore. Però ho sentito il respiro sospeso e quel tremore alla bocca dello stomaco. Era il mio fiume che scorreva sotto i binari, erano le mie vene che gli facevano da letto. Eppure mio non è, come ogni cosa che mi tormenta il cuore, come ogni cosa che genera quella malinconia che amo, come ogni cosa che mi spinge ad amare di più. E' la vita che non ho che amo ed è la vita che non ho che mi spinge avanti, che mi fa superare le barriere dei miei limiti per poter fare qualche cosa in più. E' l'avviso che mi ricorda quel gradino che altrimenti non vedrei "mind the gap"
le altre foto sono qui
martedì 19 febbraio 2008
giovedì 14 febbraio 2008
COMMENTI A COMMENTI DI MONICA E LALA:
Elenco delle cose di cui ho bisogno:
- ferie
- ciucca paura che ti annienta
- sesso sensoriale
- certezze
- pagine bianche da invadere
- una donna che stiri al mio posto mentre io studio
- scarpe nuove
- un oggetto ispirante per il mio studio
- E LOVE LOVE LOOOOVE
Situazione attuale?
BUON SAN VALENTINO
FEBBRAIO 2004:
<IO> ma dimmi la verità, non hai mai "invidiato" gli innamorati a San Valentino? Non hai mai desiderato fortemente di poterlo festeggiare?
LUI> no
<IO> dai....mai, mai, mai? Mai mai un sorriso amaro davanti ai cuoricioni gonfiabili? ai baci perugina? agli orsacchiotti dagli occhioni dolcissimi?
<LUI>No, ho desiderato avere qualcosa da festeggiare a san valentino, non un san valentino da festeggiare....
Ecco perchè TI AMO!
FEBBRAIO 2008:
Gibson: chi ha scritto questo?
me: tu ed io
Gibson: a volte riesco a non dire cose stupide
me: già molto spesso e a volte io riesco a crederti, ma questo meno spesso
martedì 12 febbraio 2008
E' sempre dolce ritrovarti. Vederti con i tuoi capelli che ogni tanto si allungano e ogni tanto si accorciano. L'altra mi amica cambia il colore della tinta ogni volta che entra in crisi, tu li tagli. Adesso sei reduce da una crisi e ti appresti a ricominciare tutto dall'inizio e la vedo lì, quella mezza lunghezza che ti copre il collo, ma non arriva alle spalle.
Quasi 20 anni da quella spiaggia, e sempre l'emozione di rivederti, sai che è la prima volta che usciamo a cena noi due soli? Siamo sempre stati in compagnia, la nostra compagnia, ti ricordi quando eravamo 41 e sembravamo l'apocalisse ogni volta che ci spostavamo in un locale? Poi si finiva in spiaggia, che lì di posto ce n'era e c'erano le chitarre. Tu finivi con qualcuna, e io ti coprivo le spalle. Hai visto D?? Ma sai non stava bene, è andato a casa...non la sua certo, ma questo lo tenevo per me.
Sei in ogni mio ricordo, sei in ogni mio uomo, in ogni mia storia che tu hai conosciuto e vissuto vicino a me, anche se non fisicamente. Sei una carezza ogni volta che ti dico che qualcosa non va, mi guardi con quella espressione solo tua e mi dici "ma sorellina...". Parliamo dei tuoi genitori, che io ricordo in quel 1990 così duro per me, ricordo il luna park insieme, la pizza, e che non mi avete lasciato sola e mi spiace davvero sapere che anche per loro il tempo passa, e capisco la paura che hai e che è anche la mia.
Mi sembra così strano che anche i nostri genitori si conoscano, e che condividiamo anche con loro i nostri ricordi. Conosci mia sorella e suo marito, mi chiedi dei miei zii e dei mie cugini, mentre io non chiedo più niente di loro.
E' così dolce ritrovarti, un porto sicuro dove so che giudizi e incomprensioni non trovano posto, mi conosci per quella che sono, per quella che sono stata per quella che non saprò essere.
Chissà con quanti punti partivo.
Cento ne ho persi, scrivendoti che stanotte ti pensavo.
Una cinquantina me li sono giocati con un complimento al culo.
Mille e più li ho buttati al vento, portandoti un fiore.
Trecento bruciati perché ho detto che Vasco è meglio di De Gregori.
Un punto l'ho lasciato su ogni centimetro di terreno che chiami pelle.
Settemila se ne sono andati, a ricordare tutti i nostri giorni assieme.
Se ora non chiami,
se non mi pensi più,
se ora vai con lui,
forse ho finito il mio credito.
Non ho più punti da perdere con te.
E se rivedendoti farò ancora qualcosa di sbagliato,
mettilo in conto e lasciati baciare. <!--
-->
domenica 10 febbraio 2008
... Negli occhi che sanno guardarci ...
venerdì 8 febbraio 2008
Perchè ti stupisci stupida? L'hai sempre saputo. Aspettavi il momento e rimandavi il problema. Doveva arrivare, lo speravi per lui, forse ti aspettavi solo un po' più di sincerità. Ora ci sei, resta in piedi e guarda in faccia la tua vita, non hai più sogni o alibi, solo realtà, dura come sai, tua come sempre.
I'm just the pieces of the man I used to be
Too many bitter tears are raining down on me
I'm far away from home
And I've been facing this alone for much too long
I feel like no-one ever told the truth to me
About growing up and what a struggle it would be
In my tangled state of mind
I've been looking back to find
Where I went wrong
Too much love will kill you
If you can't make up your mind
Torn between the lover and the love you leave behind
You're headed for disaster 'cos you never read the signs
Too much love will kill you every time
I'm just the shadow of the man I used to be
And it seems like there's no way out of this for me
I used to bring you sunshine
Now all I ever do is bring you down, oooh
How would it be if you were standing in my shoes
Can't you see that it's impossible to choose
No there's no making sense of it
Every way I go I'm bound to lose
Too much love will kill you
Just as sure as none at all
It'll drain the power that's in you
Make you plead and scream and crawl
And the pain will make you crazy
You're the victim of your crime
Too much love will kill you every time
Yeah too much love will kill you
It'll make your life a lie
Yes too much love will kill you
And you won't understand why
You'd give your life you'd sell your soul
But here it comes again
Too much love will kill you
In the end
In the end
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E' venerdì, ho sonno, ieri ero in giro per milano e c'era un uomo appeso a testa in giù attaccato ad una palla rossa davanti al duomo, un marocchino mi ha seguita, ho svaligiato la Fnac (comprando tra le altre cose, un cd acustico di Lennon gnam gnam e una raccolta completa di Pirandello a 9.90), martini, corso, pizza, strada, nanna,sonnissimo.
Sta mattina mi alzo (sveglio no che è una parola grossa), sole che bello metto gli occhiali, brum brum sono ancora in strada. Sento la tua voce, e so già che hai fatto un casino, basta solo sentire il tono con cui rispondi. Ora ufficio, capo pirla, parole inutili, la vecchia gracchia, ha venduto un tappeto e ne ha comprati 30, grande donna d'affari!! Blatero e farnetico in religioso silenzio .... qualcosa mi dice che mi serve un caffè.
giovedì 7 febbraio 2008
mammapiccolo: dai vai a metterti la tuta
piccolo: ma perrcchhèèè??
mammapiccolo: c'è la festa in cortile, la suora non vuole che correte con su i jeans
piccolo: MA LA ZIA LO FA SEEEEMPREEE!!!!
...ah ... il mio piccolo ....
Lo so che è presto... ma la sento.. sta arrivando.....
mercoledì 6 febbraio 2008
note sparse salvate sul cellulare
" e nelle ultime notti c'è una musica che segna i miei passi. E' calda, sa di pelle e corde tese, vibrante per ricordare il battito di ogni mio pensiero ed è ossigeno vitale. E lui è seduto su quella pelle che fa palpitare ogni nota raccolta nell'aria"
"Yves bonnefoy: le assi curve"
"Milano con la neve, ad ogni passo rischi di cadere tra lastricati e binari che ti scivolano sotto i piedi. E segui il cammino già di molti altri e ad ogni bivio ti chiedi "che direzione?" e nel frattempo scopri nuovi tesori, silenzi e campane"
"Guardando queste immagini uno strano nodi mi stringe lo stomaco, come un ricordo rifiutato, come il silenzio e il fragore di stanze enormi e spazi inesistenti che sono state quotidiane presenze di un tempo dimenticato ma che mi appartiene per qualche sottile filo rosso della mente
martedì 5 febbraio 2008
Noi siam le mascherine
graziose e biricchine
gaiezza noi portiamo
al vivace carnevale.
Coi vestiti variopinti
noi cantiamo e poi danziam.
Che bel carneval
Carnevale. Le maschierine, le cantilene di quando ero bambina, il mio piccolo vestito da improbabile Superman. Carnevale. Sapore di fritto dolce fino alle scale. Cesta tirate fuori, un cesto per ogni figlio. Il mio compito era di fare il nodo e spolverare con lo zucchero i grostoli caldi. La nonna invece sfoderava il mattarellofattoapposta e gli ingredienti segreti. E tirava questo impasto elastico fino a farlo diventare sottile e liscio e sembrava così facile fatto da lei. Quando ci provavo io con il mio piccolo pezzo di impasto, rinunciavo dopo qualche secondo e lei che rideva e diceva "sito ancora una butina" e così tornavo a spolverar lo zucchero. Poi la nonna non c'è stata più .... e allora mamma, tra madonne e ricordi ha portato avanti la tradizione e so con quanto dolore tirava l'impasto, e so con quanto amore tirava l'impasto. Non le piace il ruolo di capo famiglia, lo so da me, ma è di fatto la mamma e non può cambiar le cose.
E quest'anno mi son fatta passare la ricetta. Voglio provare a fare il mio primo impasto anche se la casa puzzerà di fritto per un po'. Voglio prendere il suo posto, voglio prendere la sua forza, voglio fare in modo che non si dimentichi lei di noi e noi di lei.
lunedì 4 febbraio 2008
Io non ci credo che non mi senti. Non ci credo che non senti le madonne che ti sto dicendo. Dove sei finita? E' sempre stata la mia rabbia a farti riavvicinare, provocatrice e testona come me, non dedita a salamelecchi e a sentimentalisti. Di una dolcezza dura che pochi capivano, di una morbidezza trovata solo nell'intimità. Fatta di parole volgari tavolta, per sconvolgere gli ipocriti intorno a te, per fare piazza pulita dei sorrisi falsi e tenere sotto le tue ali chiocce solo chi sapeva guardarti nel cuore. Indifesa e forte, sola ma mai perduta, dove sei ora? Dove sei ora che ho bisogno di essere come te? Incazzati, urla, dimmi di smuovermi ma non mi lasciare sola in questo momento, ho bisogno di sentirti seduta sull'argine ad insegnarmi la vita, a spingermi verso la libertà, lì a muso duro per non farmi piegare ai colpi bassi della vita. Dove sei Donna del Fiume?
sabato 2 febbraio 2008
RICORDA ...
.... è la strada che conta non la meta ....
venerdì 1 febbraio 2008
DICE IL SAGGIO
Cose che ho imparato questa settimana:
1) che se lavori fino a tardi, il giorno dopo sei rimbambito
2) non indossare la sottoveste di raso per andare al lavoro, perchè si rischia di scivolare sulla sedia come su una pista da snowboard
3) se decidi di sfidare la sorte e girare in riserva per 3 giorni, è meglio che agli ultimi km lasci la macchina a tuo marito, così rischia lui di restare a piedi (hihihihihi I'm so sorry Steve :D)
4) che mio padre è un rompipalle, però a volte è davvero grande (ma questo lo sapevo già, era solo un ripasso)
5) che se delle persone che ti vivono di fronte per 30 anni, un giorno ti salutano sulla pista ciclabile e poi ti invitano per una pizza a casa loro, allora c'è ancora qualche margine di miglioramento per le relazioni umane.
6) che se sta sera la lonza mi vuole a tutti i costi far mangiare 8 etti di carne, vomiterò per tutto il week end.