lunedì 15 maggio 2006

E' morto un altro amico. Antonio. Abbiamo lavorato insieme per un po' di tempo. Veniva da Latina. Averlo in ufficio in quel periodo, in quell'ambiente, è stato un grande aiuto. Parlava un romano "fracico", e già per questo ti faceva simpatia. Però quando prendeva in mano un cliente, allora lì no, diventava serio e professionale, ma non dimenticava di sorridere. I clienti chiamavano e cercavano direttamente di lui, non volevano parlare con il mio capo. E' venuto su da solo qui a Milano, per sistemarsi un po'. Mi faceva tenerezza e mi faceva ridere. Mi viene in mente un aneddoto. E' capitato che un giorno gli saltasse il bottone del colletto della camicia. Allora mi dice " A La', che me dai 'na mano?". Allora lui fa per scucire i bottoni di riserva (che di solito sono cuciti in fondo alla camicia all'interno). Dopo mezz'ora che sacramentava mi fa, "Senti 'un je a faccio". Allora lui in piedi, io seduta sulla scrivania del suo ufficio, lui tira fuori la camicia e io mi metto a scucire il bottone. A un certo punto ci siamo resi conto della posizione uhm... quanto meno imbarazzante. Son diventata viola, lui non la finiva più di ridere. Un'altra sera siamo usciti a cena e li ho portati in un locale tipico bavarese. Eravamo Anto di Latina, Nicola di Aversa, Laura di origine siciliana e io lombardo-veneta. Hanno passato la serata a darmi della "krukka" perchè ho mangiato frutta pucciata nella fonduta di cioccolata bevendo birra.


Di Anto ho tanti bei ricordi, ma quello che sicuramente non dimenticherò mai, è una cosa che mi ha insegnato. Quando mi ammazzavo di paturnie, quando mi uccidevo di "se io se lui, se, s e, seeeeee" lui mi diceva "e sti cazzi!!. E lo so che suona brutto, però aveva ragione, perchè spesso bisogna prendere le cose per quelle che sono, senza stare a pensare quello che "avrei dovuto dire", "avrei dovuto fare". Alle volte si fa una scelta.. e "sti cazzi".


Avrei dovuto chiamarlo sabato, non l'ho fatto. Domenica non lo volevo disturbare perchè era con la famiglia (una moglie della mia età e una bimba di 4 anni.....e non voglio aggiungere altro). Anche sta mattina mi sono detta "più tardi chiamo Anto e gli chiedo se andiamo a mangiare un panino, così gli do il sacchettino del matrimonio e parliamo un po'" . Lo chiamo dopo......


Non voglio fare la tragica o la porta male, ma questo era il motivo per cui mi sono tanto arrabbiata con il Direttore. Volevo che capisse che non c'è sempre un "dopo". Non è detto che ci sia sempre la stessa realtà ad aspettarci, non è detto che se mettiamo in stand-by le persone, "dopo" saranno sempre lì come se nulla fosse accaduto. Qui è stata la morte a farmi rimpiangere questo "dopo", ma anche senza essere così estremi, bisognerebbe riflettere su questa cosa. Le persone che ci amano sono un dono, non un diritto. Oggi ci sono e non ci dobbiamo abituare. Oggi ci sono, e bisogna ringraziare, bisogna dire "ti amo", bisogna stringersi, bisogna "sentirci". Oggi, non dopo. Dopo, se ci verrà concesso, si faranno altre cose. Ho sbagliato a non chiamarlo e ora avrò il rimpianto di non porgli più dire "ciao antò, fai il bravo".


Mi girano in testa tante canzoni in questo momento, perchè quando sono triste mi viene più facile pensare alle parole scritte o cantati da altri... ma per ora voglio lasciare questa frase per Anto tratta da una canzone di Biagio Antonacci....



Ma ci troveremo
dove il cielo è più sereno
e ascolteremo tutta la musica del mondo



e questa, che forse suona un po' blasfema ma che ha tutta la VITA che auguro a chiunque, la canto per esorcizzare la tristezza, per ricordarmi che VIVO e che è un DONO..........NEGRITA



Fare sesso nascosti in un cesso
fumarsi una Marlboro dopo l'amplesso
oppure farlo in macchina di fianco alla strada
buscarsi un raffreddore male che vada
sentirsi un po' animali, un po' primitivi
sentire che respiri, sentire che vivi
E convincere i tuoi ad andare in vacanza
spedirli un giorno al mare e farlo in ogni stanza
provare le ricette, collaudare la cucina
usare la Nutella, usare la farina
guardare il suo corpo, scoprirne la forma
sentire dei passi... è qualcuno che torna...
Fare sesso, succhiarne la polpa
e via la vergogna e i sensi di colpa
sdraiarsi sulla sabbia, rotolarsi nel fango
carezzarle le gambe, improvvisarsi in un tango
annusarle la pelle, scoprirne l’odore
passare dal sesso a fare l’amore....

E atro che l'america
altro che la musica
quando sei selvatica
altro che l'america

E vivere una notte lunga una vita
avere il suo profumo ancora tra le dita
svegliarsi affamati e rifarlo per ore
passare dal sesso a fare l'amore....

E atro che l'america
altro che la musica
quando sei selvatica
altro che l'america




6 commenti:

  1. Lo penso sempre anche io, che non ci deve mai essere nulla di lasciato a metà, nulla di non detto o non fatto.
    Che il fatto di avere un domani per dire e fare non è affatto una cosa ovvia.
    Però penso anche che quando qualcuno se ne va, anche se hai detto o hai fatto avrai sempre la sensazione che non era abbastanza.
    E ti uccideresti comunque di: "Se io se lui...".

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  2. E' un bel saluto, un bel personaggio. Mi piacerebbe che da qualche parte potesse ascoltare le tue parole-
    Bianca

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  3. Grazie ragazze, grazie davvero :*

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  4. Ne parlavamo sabato sera.... che le persone che amiamo forse in fondo non ci lasciano mai anche quando abbandonano la vita terrena... forse è stato un caso parlare proprio di questo... forse no... l'importante è sapere che in qualche modo sono sempre vicino a noi e se ci fosse ancora qualcosa da dire forse siamo sempre in tempo, anche se mi rendo conto che non è la stessa cosa...
    ti abbraccio forte, Mony.

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  5. Siamo tre streghe.... fortuna che non siamo nate nel medioevo.... lala

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  6. A parte l'essere citato (credo) nel post precedente per le foto...

    copio questa parte:

    "Non voglio fare la tragica o la porta male, ma questo era il motivo per cui mi sono tanto arrabbiata con il Direttore. Volevo che capisse che non c'è sempre un "dopo". Non è detto che ci sia sempre la stessa realtà ad aspettarci, non è detto che se mettiamo in stand-by le persone, "dopo" saranno sempre lì come se nulla fosse accaduto. Qui è stata la morte a farmi rimpiangere questo "dopo", ma anche senza essere così estremi, bisognerebbe riflettere su questa cosa. Le persone che ci amano sono un dono, non un diritto. Oggi ci sono e non ci dobbiamo abituare. Oggi ci sono, e bisogna ringraziare, bisogna dire "ti amo", bisogna stringersi, bisogna "sentirci". Oggi, non dopo. Dopo, se ci verrà concesso, si faranno altre cose. Ho sbagliato a non chiamarlo e ora avrò il rimpianto di non porgli più dire "ciao antò, fai il bravo"."

    E ti dico che mi hai commosso. Davvero.
    Devi essere una persona magnifica, sia per gli amici sia per chi ti è accanto. Persone fortunate sono.

    Stasera manderò anch'io un pensiero al tuo amico, perchè sia sempre presente nella vita di chi lo ha amato e di chi gli ha voluto bene.

    Bacio,

    Robbie


    p.s. la parte che ho riportato, se vuoi, riportala da me nei commenti.... Son parole che sarei onorato di avere nei miei commenti....

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