Mail di Laura al suo Prof/editore...
... è come se tu fossi riuscito a cucinare delle lasagne avendo in frigorifero solo una crosta di formaggio ammuffito. E che sia dato alle stampe.....
p.s. Grazie Wally :)
Mail di Laura al suo Prof/editore...
... è come se tu fossi riuscito a cucinare delle lasagne avendo in frigorifero solo una crosta di formaggio ammuffito. E che sia dato alle stampe.....
p.s. Grazie Wally :)
RAGNO = NOVITA'?
Sottotitolo: Piccole Donne Crescono
[youtube http://www.youtube.com/watch?v=M2xfmKTQHVk&hl=en]
Ok ok non mi devo esaltare..... MA NON CI RIESCO!!!!!!!!!! Avete presente il mio racconto sul ragno???? Ecco... verrà pubblicato sulla rivista letteraria pagina uno nel numero in uscita ad ottobre. Gli editori hanno deciso di cambiare il titolo (che effettivamente era debole, brava Star) e il nuovo titolo darà una chiave di lettura metaforica con valenza sociale... lo so che vi sembrerà strano... ad ottobre capirete meglio.
Che dire mi sento come Jo March in Piccole Donne quando le pubblicano i racconti ... Avevo chiesto un parere al mio Angelo, direi che è arrivato. Grazie Nonna... come vedi forse le piccole donne crescono.... ed era ora :)
La vecchia al rappresentante: "guardi questi accessori rischiano di diventare una tragedia" (*)
Il rappresentante con un fare sdrammatizzante: "Ma no signora, le assicuro che c'è di peggio"
e la vecchia: "certo con i mobili i problemi sono anche peggio"
.... domanda di Lala
ma non capisce che c'è una vita al di fuori degli scovolini per il cesso?
(*) ndr: c'era un difetto di fabbrica (erano scollati in un punto nascosto)
[youtube http://www.youtube.com/watch?v=JBEf5cOOr_8&hl=it]
MOMENTO MASTERCARD .... CIAK 2 (Vedasi post monicanta)
Sta mattina ho dato le dimissioni, ciao ragazzi ciao. Ho lasciato due mesi di preavviso perchè sono una persona corretta anche nei confronti di chi corretto con me non lo è stato. Così resto fino a fine luglio e poi parto con la mia paperella per il mare e ..... a settembre matite pronte per l'università. Ho parlato anche con i miei genitori (fino alle 17.00!!!) e hanno capito. Mi hanno stupito come sempre, perchè quando il gioco si fa duro, loro tirano fuori tutte quelle parole che fanno di loro due splendidi genitori.
Steve, mio marito, è stato grande e mi ha aiutata a capire e ad avere forza e per questo lo ringrazierò sempre.
Ora sono qui in ufficio, con la vecchia malefica basita che non proferisce parola.. e la mia soddisfazione è indescrivibile. Magari sarà una follia (come la vecchia mi ha detto con disprezzo) ma già questi minuti di gloria, la rendono una meravigliosa follia e quindi
MANDARE A CAGARE CHI TI HA SEMPRE UMILIATO
E HA SEMPRE DETTO CHE IL TUO LAVORO ERA INUTILE
NON HA PREZZO
THERE'S A MESSAGE IN THE BOTTLE
Qualche masochista forse ricorda che il mese scorso, di ritorno dal Portogallo, ho postato questa "cosa" qui:
E' il popolo del mare
che si ritrova ad ogni riva.
E' il popolo del mare
fatto di onde e pescatori,
di scogli e di poeti.
E' il popolo del mare
che raccoglie gli sguardi
di chi è già andato via,
che riaccende i sorrisi
e rinnova le malinconie.
E' il popolo del mare
che sa che dovrà tornare
e restare sulla scogliera
in silenzio
ad ascoltrare la vita
che il mare regala.
dedicata a tutti i miei amici del mare, che sono nel mio cuore e che compaiono ad ogni riva
ed in particolare a Daniele, Alberto, Cesare
Bhè, mentre ero seduta a Boca do Infierno, a scrivere le parole di cui sopra, ho pensato di inviare una cartolina all'indirizzo che ricordavo di Cesare appunto, uno degli amici della dedica (l'unico dei tre che avevo perso di vista).. e gli ho lasciato la mia mail. Una sorta di messaggio nella bottiglia lanciato nell'oceano e raccolto dal giusto destinatario. Mai avrei pensato di riuscire a rintracciarlo, ma oggi è arrivata la sua mail
Ho capito una cosa: LAVORO CON UN COGLIONE e siccome da solo, senza gli amici Palla e Pisello, non serve a nulla.... E' UN COGLIONE INUTILE.
(collana Stille di Saggezza)
Visitando il sito di Ivan ho trovato questa piccola perla e mi sono tornate in mente le sere dove il mio amante era il libro e la mia amica la penna. Quelle sere che provavo a scoprire il mondo e mi fermavo a pensare al Trottoir, quando ancora era in Brera e non era ancora stato violentato dal trasloco.
Ritratto al Trottoir
mai cosa scrivere
in tali momenti dormienti
gettato tra l’ombre
d’un invisibile cavaliere solitario
smarrito per strada
d’animo, d’amore e d’armatura.
d’un umile decoro dipinto
limpido d’una frase non detta
rugiada tenera brina
nella sera Brera rada schiocca
le dita con l’unghia
di pensieri nervosi zitti.
è un cappello goliardo
di traverso a’un lancia sassi
un Michelangelo scolpito
dal fumo fiamma delle candele
e la polvere sullo sguardo
al tatto poesia s’alza
(la mia prima macchina seri ... sui navigli la vendono già come modernariato)
Insomma, il tempo passa, sabato arriva, la fifa aumenta. Ci siamo, è ora di prendere delle decisioni e di comunicare al mondo che sto cambiando. Il mio mondo, sia chiaro, quello della mia famiglia, dei miei amici.
Più che altro mi preoccupa dirlo ai mei genitori, sentirmi attaccata da loro perchè ho deciso di fare questo passo dell'università. Non volevano che la facessi a 20 anni, figuriamoci a 32, poi lettere insomma, è una facoltà che "non ti da nulla". Non esci con un titolo che rende orgogliosi i genitori tipo, che ne so, Ing. Arch. Dott. Lì esci che sei una utopica sognatrice acculturata con la targa, sempre che uno ne esca. Perchè se poi non la finisci sei una utopica sognatrice stupida e fallita... come tutti i sognatori, salvo poi farli schiattare e vendere anche la lista della spesa scritta di loro pugno.
E mi sento stupida pensare di dovere dare spiegazioni del genere a questa età, ma vorrei che loro capissero, magari che non approvassero, ma almeno capissero che per me è una necessità, non un vezzo. Avessi voluto giocare a fare la scrittrice mi sarei comprata la macchina da scrivere di Barbie a otto anni, non avrei certo investito i soldi dell'eredità del nonno come borsa di studio. Perchè, nonostante l'opinione di molti, per scrivere qualunque cosa serve una solida base culturale che sicuramente il tecnico non ti da. E poi penso che in una laurea del genere sia fondamentale lo scambio, il sentire, il parlare perchè tutto quello che impari da solo ti da molte informazioni ma spesso nel dibattito si scoprono cose di se stessi che non sierano mai pensate prima... almeno a me capita molto.
Insomma in questi giorni sarò in menata e nevrotica, abbiate pazienza... si lo so lo sono sempre.. ma almeno sta volta sapete il perchè.
REFERENDUM
Ok sono stata invitata ad un matrimonio a giugno ...votate il vestito che dovrei mettere.... p.s. quello sotto ha una fantasia pastello ma in foto non si vede.
"Io posso dirti che ha una bella voce, è una persona dolce, sensibile, dotata
di molta energia, caparbia, volenterosa.
Si chiama Laura, 32 anni."
.... Grazie oggi sono parole di vitale importanza per me. Ti voglio bene testa.
E così mi trovo seduta sotto questo portico a bere da una tazza fumante, con il tavolo coperto da libri che ho appena letto e il racconto che aspetta di essere scritto.
Iniziano a piovere gocce di ricordi che scendono su catrame afoso e mi trovo a pregare come se fossi sulla mia scogliera, come se fosse settembre con il paese che si prepara a restare di nuovo solo.
Mi scopro a fare voti laceranti pur di avere ciò per cui prego... e mi trovo meschina e disperata a pregare per la mia felicità, come direbbe l'Alda "Se Dio mi assolve lo fa per per insufficienza di prove"
Noi che la penitenza era 'dire fare baciare lettera
testamento' .
Noi che ci sentivamo ricchi se avevamo 'Parco Della Vittoria
e Viale Dei Giardini ' .
Noi che i pattini avevano 4 ruote e si allungavano quando
il piede cresceva.
Noi che chi lasciava la scia più lunga nella frenata con la
bici era il più figo.
Noi che il Ciao si accendeva pedalando.
Noi che suonavamo al campanello per chiedere se c'era
l'amico in casa.
Noi che dopo la prima partita c'era la rivincita , e poi la
bella , e poi la bella della bella .
Noi che giocavamo a nomi, cose, animali , città . . (e la
città con la D era sempre Domodossola) .
Noi che ci mancavano sempre quattro figurine per finire
l'album Panini .
Noi che avevamo il 'nascondiglio segreto con il passaggio
segreto .
Noi che ci divertivamo anche facendo 'Strega comanda
colori ' .
Noi che le cassette se le mangiava il mangianastri ,
e ci toccava riavvolgere il nastro con la bic.
Noi che al cine usciva un cartone animato ogni dieci anni e
vedevi sempre gli stessi tre o quattro (di Walt Disney) .
Noi che sentivamo i 45 giri nel mangiadischi e adesso se ne
vedi uno in un negozio di modernariato tuo figlio ti chiede
cos'è
Noi che le barzellette erano Pierino, il fantasmaformaggino
o un francese,un tedesco e un italiano.
Noi che ci emozionavamo per un bacio su una guancia.
Noi che si andava in cabina a telefonare.
Noi che c'era la Polaroid e aspettavi che si vedesse la
foto.
Noi che andavamo a letto dopo il carosello (Milo io non sono così vecchia :D )
Noi che suonavamo ai campanelli e poi scappavamo.
Noi che ci sbucciavamo il ginocchio, ci mettevamo il
mercuro cromo, e più era rosso più eri figo.
Noi che la Barbie aveva le gambe rigide
Noi che nelle foto delle gite facevamo le corna ed eravamo
sempre sorr identi .
Noi che quando a scuola c'era l'ora di ginnastica partivamo
da casa in tuta.
Noi che a scuola ci andavamo da soli , e tornavamo da soli .
Noi che se a scuola la maestra ti dava un ceffone, la mamma
te ne dava 2.
Noi che se a scuola la maestra ti metteva una nota sul
diario , a casa era i l terrore.
Noi che le ricerche le facevamo in biblioteca, mica su
Google.
Noi che il 'Disastro di Cernobyl ' vuol dire che non
potevamo bere il latte alla mattina.
Noi che si poteva star fuori in bici il pomeriggio.
Noi che se andavi in strada non era così pericoloso.
Noi che sapevamo che ormai era pronta la cena perché c'era
Happy Days.
Noi che il primo novembre era 'Tutti i santi ' , mica Halloween.
Noi che se la notte ti svegliavi e accendevi la tv vedevi
il segnale di interruzione delle trasmissioni con quel
rumore fastidioso.
Noi che abbiamo avuto le tute lucide che facevano troppo
figo.
Noi che l'unica merendina era il Buondì Motta e mangiavamo
solo i chicchi di zucchero sopra la glassa
Noi che all ' oratorio le caramelle costavano 50 lire . .
Noi che si suonava la pianola Bontempi. .
Noi che la Ferrari era Alboreto, la Mc Laren Prost, la
Williams Mansell , la Lotus Senna e Piquet e la Benetton
Nannini e la Tyrrel a 6 ruote! ! ! ! !
Noi che guardavamo allucinati il futuro con Spazio 1999
Base Lunare Alpha.
Noi che il Twix si chiamava Raider e faceva competizione al
Mars.
Noi che nei mercatini dell ' antiquariato troviamo i
giocattoli di quando eravamo piccoli e diciamo "guarda! te
lo ricordi?" e poi sentiamo un nodo in gola
Noi che le mamme mica ci hanno visti con l' ecografia
NOI CHE SIAMO ANCORA QUI E CERTE COSE LE ABBIAMO
DIMENTICATE E SORRIDIAMO QUANDO CE LE RICORDIAMO.
QUESTA è LA NOSTRA STORIA.. .
GRAZIE A DJ MILO
Tempo fa Monica aveva postato la foto di uno spot sull'anoressia e, se anche sono ben lontana dall'essere anoressica, penso a volte a quell'immagine. Sono dimagrita quasi 16 Kg, lo dice la bilancia, eppure mi vedo esattamente come prima. Quando indosso i vestiti certo, mi stanno larghi, soprattutto i jeans, anche quelli di una taglia in meno si sfilano senza slacciare il bottone, però non cambia l'immagine di me che vedo nello specchio. Lo sguaro si ferma sempre lì su quella pancia che sembra sempre sconfinata e su quel sedere che fa provincia... eppure so che si sono un po' ridotti. Mi impressiona come l'immagine di me che ho nel cervello sia comunque immutabilmente grassa... ma per ora mi andrà bene così, sarà come mettere avanti la radiosveglia di un tot di minuti per stimolarmi a fare in fretta, sapendo che non sono poi così in ritardo.
Luca Madonia con Carmen Consoli Guardo i tuoi occhi, oltre i tuoi occhi |
Com'è che la gente ricorda semre i propri diritti
e mai i propri doveri?
sottotitolo: oggi sono incazzata con il mondo
... Questa mattina in radio ...
Dalla sua cella lui vedeva solo il mare
ed una casa bianca in mezzo al blu
una donna si affacciava.... Maria
E' il nome che le dava lui
Alla mattina lei apriva la finestra
E lui pensava quella e' casa mia
Tu sarai la mia compagna Maria
Una speranza e una follia
E sogno' la liberta'
E sogno' di andare via, via
E un anello vide gia'
Sulla mano di maria
Lunghi i silenzi come sono lunghi gli anni
parole dolci che s'immagino'
questa sera vengo fuori maria
ti vengo a fare compagnia
E gli anni stan passando tutti gli anni insieme
ha gia' i capelli bianchi e non lo sa.
questa sera vengo fuori maria
vedrai che bella la citta'
e sogno' la liberta'........
e gli anni son passati tutti gli anni insieme
ed i suoi occhi ormai non vedon piu'
disse ancora la mia donna sei tu
e poi fu solo in mezo al blu'
vengo da te mari'
AUGURI MAMMA
Tratto da “La messa dell’uomo disarmato” di Luisito Bianchi
- Ascolta – continuò – è la stessa canzone di quando ti faceva addormentare sulle sue ginocchia.
- Ci godemmo quella voce che ci richiamava finestre spalancate di buon mattino e lenzuola penzolanti, bucati stesi ad asciugare nell’aia su grosse corde sostenute da forcelle di salice, secchi riempidi d’acqua di pozzo per la sete degli uomini e degli animali.
- - Perché canta nostra madre? – continuò Piero. E senza aspettare risposta: - Perché ama. Il canto è l’amore ch’ella non sa più contenere, è l’acqua che straripa dal secchio … Nostra madre non sarà mai antiparola. Anche morta, sarà parola in noi. Fosse solo questa parola, e potremmo dire tutti e due quanto tu riservi a Dio solo: Homo caritas est… (L’uomo è amore)
Alla mia mamma e a tutte le canzoni che ha cantato per me.
Ti voglio un bene infinito
Il Dottore del Fiume è stato dapprima nero su bianco su di un monitor grigio. Erano parole e ancor prima la luce di una finestra che si accende "Il Dottore del fiume è on line" . C'erano le parole, che che non emettevano un suono ma riempivano quel silenzio di parole incolori che producevano solo rumore. Arrivano la serata tardi dopo la corsia d'ospedale, quella di "medicina interna" e quella di "questa storia non ha più senso".
Poi le parole sono diventate una voce, al giovedì, che raccontavano di un mondo che mi apparteneva, in un dialetto che amavo e mi raccontavano di lui e del mio Fiume. Quanti messaggi "come sta il fiume oggi?" e la nebbia o il sole di cui mi parlava, erano il suo cuore e il suo umore. Poi ci trovammo al mio paese, e la gioia e la stranezza di trovarci ad un tavolo, lui che sapeva tutto di me, fingeva di non saper nulla e mi accarezzava con lo sguardo quando io lo guardavo e cercavo quelle parole silenziose che mi avevano sostenuto in tutti quei mesi.
E poi quella notte, corsi in pigiama in giardino per parlare con lui "è finita" e lui che girava la macchina indietro e mi diceva "ho appena passato la frontiera, torno in Italia da qui non ti sento bene". Mi hai consolato e io non lo scorderò mai Dottore.
Ed è rimasto così, con un momento che sembrava Amore, ma che era solo una gran bella Amicizia. E mi ha presentato quella che sarebbe diventata sua moglie e io che dicevo "non fa per te, ma è la tua strada". La tua telefonata due anni dopo, "è finita" ed eravamo ancora noi due di nuovo a sorreggerci. E sempre così Dottore. Ed eri al mio matrimonio e so bene cosa pensi. E oggi leggendo Lapo, mi è venuta voglia di un pic nic, noi quattro sul nostro Fiume.
Ripenso spesso alla tua voce arrabbiata e a quella domanda "ma allora che sentimenti erano??" Ci penso spesso se il mio modo di amare è giusto o sbagliato.
Quando bruciava nello stomaco, quando viveva di emozioni, quando era l'Amore che io pensavo fosse giusto, ha sempre fatto male. Era tradimento, botte, rifiuto, silenzio, letto freddo, dolore, distruzione. Eppure quello mi sembrava l'Amore giusto. Ho sempre perso quando ho provato Amore. Perso una parte di me che sembrava la migliore. E non credo che questo possa essere giusto. L'Amore fa crescere, fa evolvere, è gioia, è sesso, è intesa, è tramonti e una pizza nel cartone. Ma quell'amore non ha mai costruito nulla.
E poi c'è l'Amore della coperta sul divano, della doccia che va in bagno mentre tu sei ancora nel letto, dei pic nic nella casa ancora vuota, masticando e sognando come verrà. E non è lo sturm und drang di emozioni al quale anelo, ma fa tutto quello che un Amore dovrebbe fare... e forse allora l'Amore giusto è quello e io non ho capito nulla.
E c'è l'Amore che mi ha insegnano mio nipote, quando pesava 4 kg e profumava di pelle nuova. E volevo tutto per lui, avrei ucciso per difenderlo. E' quell'Amore che ti insegna a volere tutto per lui, anche se devi morderti la lingua e legarti le mani, anche se devi rinunciare alla tua serenità per lasciarlo andare libero per la sua strada. E' quell'Amore che mi fa dire "voglio solo che tu sia felice" e non importa se questo non rende felice me. Perchè la strada che stai facendo è quella giusta, è quella che ti fa crescere e non è la strada che avrei scelto per te, ma non è questo quello che importa.
Nella mia stupida testa utopica, ho sempre pensato che questi amori potessero conviere e completarsi e forse non ho capito nulla... o forse ho capito cosa voglio dalla vita... ma non ho ancora capito come fare per ottenerlo.
Insomma questo ridente paesello in mezzo al nulla inizia a piacermi. Qualche settimana fa il fan secondo il quale "emano un'energia bellissima" e sta mattina una signora mi ha fermata fuori dall'ufficio e mi ha detto posso dirle una cosa.... sta sera qualcuno va a casa con il mal di testa... perchè questo vestito le sta proprio bene" ... Insomma una la giornata la inizia meglio così no? E il mio ego si rotola come un maialino nel fango
E mi sono sbagliata .. non lavoro per il Muppet Show, lavoro nella casa nella prateria. Sta mattina la vecchia ha avuto una brillante idea degna dei migliori manager bocconiani: vuole tenere la contabilità in registri cartacei perchè lei non riesce a capire e non sa aprire il programma. Che poi programma è una parola grossa perchè qui si tengono i mastrini con excell e con tutta una serie di fogli e foglietti infilati nelle cartelle perchè non si può cambiare nulla perchè le cose sono state impostate così 12 anni fa e guai a cambiarle. Lavorare così e non lavorare è la stessa cosa. Oltre tutto sto facendo lo stesso lavoro in 20 ore a settimana anzichè 40 come prima ... ci manca solo che mi metto solo a fare l'amanuense.
Nel frattempo aspetto con ansia il mio momento MASTERCARD, come in quella vecchia pubblicità che recitava tipo "mandare affanculo quelli che ti hanno preso a calci non ha prezzo...." e oggi è il 7 maggio .. mancano 17 giorni.
Sembrano argomenti poco legati tra loro ma vi assicuro che nel mio piccolo cervellino, culla di tanti capelli biondi, c'è un nesso. Pensavo al discorso della pubblicazione dei redditi on line e alla fiera del libro di Torino. Io ci vado, ben contenta e, come dice Bianca, sono convinta che boicottarla sia una fesseria. Ieri cercavo di spiegare che, posso accettare che il mio reddito sia messo on line, ma esigo che il dato venga "usato" o da persone esperte del settore che sono capaci di contestualizzarlo per quello che è, o quanto meno, voglio che chi sbircia lasci le generalità. I motivi sono molteplici, tra cui anche la sicurezza che sarebbe un discorso troppo ampio da spiegare, ma se c'è la paura e perchè c'è un fondamento... che non racconto perchè è troppo privato.
Ma al di là di questo, penso che creare un danno anche ad un solo cittadino onesto che paga le tasse, non sia democrazia. La Democrazia non è questo. E la stessa cosa la penso per la fiera del libro. E' un'occasione CULTURALE che ha molti vantaggi per molte persone oneste, dai torinesi agli israeliani ed è per queste persone che non boicotto. So che è un post impopolare, ma tanto non sono qui per fare campagna elettorale. E' quello che penso, qui scritto in modo troppo sbrigativo e criptato.... ma sono di corsissima.
IL CHITARRISTA DEL LEONCAVALLO
E così quel poco di arte
che ti è rimasta
in fondo all'anima
se ne va
tra un grido rimasto
sulla maglia sgualcita
e del fumo che passa
di mano in mano.
Chiedi silenzio
e trovi sei corde,
nasce la musica
e vai lontano
tra due occhi
che ti ascoltano
e quattro ricordi
che vuoi dimenticare.
Così mercoledì sono andata al Leoncavallo, ad accompagnare L. che non c'era mai stato. E potrei raccontare tante cose, come i bonghi suonati alla luce del camino, o il senegalese alto due metri. Di come il fumo si mescolasse tra gli insulti ad Allah e la disquisizione tra il senegalese onnipresente di cui sopra e due egiziani, su come l'Africa sia le merde du monde (parole loro)
.. oppure potrei raccontare di come è stato bello risentire "Anna e Marco"....