Ho appena finito di cogliere la lavanda nel giardino. I nostri cespugli sono carichi quest'anno e quelle di oggi sono le prime spighe mature. Mi si accavallano le immagini di me bambina, quando gicavo nei campi e raccoglievo i fiori per la mamma che era al lavoro. Tornavo a casa e le mettevo nel vaso aspettando di vederla tornare, stanca, bellissima, con fiocchi di cotone intrecciati nella catenina.

E poi mi è venuto in mente il viaggio dell'anno scorso.Il "Continental Divide" della mia vita. La scoperta di Santa Fe, il deserto speziato del New Messico e quella via che sapeva di lavanda, vicino al mercatino d'arte. Di quel giorno resta il tappeto Navajo che ho voluto per il mio studio e le formelle di sabbia dipinta, ma soprattutto quella sensazione di caldo e terra, di pelle viva, di sapori esotici. Ricordo il burritos spettacolare mangiato in quella corte scoperta per caso. Quella voglia di toccare tutto, tessuti e odori, legno e visi per sentirli vivi come me in quell'istante.

Ora ho appeso la lavanda qui accanto al mio pc e per questa sera la cuoca sta preparando tacos che mangeremo all'aperto... quasi come fossimo ancora al Tamaya...quasi appunto.