TRA SACRO E PROFANO
E già vecchio Raf hai ragione tu, “non sono io”. Ho fatto i miei grandi esperimenti sociali. Ho provato ad affrontare a muso duro questa negatività che mi gira intorno. Ma non ci riesco. Spunta qua e là la gramigna del mio carattere. Cerca i colori mentre mi aggiro nell’ armadio e ho voglia solo di allegria. Sbuca mentre dovrei stare calma e invece mi agito per ogni cosa. Sgomita ogni volta che ho bisogno di sentire che sono ancora io, che andrà tutto bene, che questo periodo passerà, anche se in fondo ho un po’ paura. In questo sabato del villaggio della mia vita, attendo “la squilla che dà segno della festa che viene; ed a quel suon diresti che il cor si riconforta”. “Questo di sette è il più gradito giorno, pien di speme e di gioia..”. E vorrei poter godere di questi preparativi, di questa atesa, ma 'è tutto, forse troppo, da fare. Ho scelto io, posso prendermela solo con me stessa, ma spero tanto di sentirmi orgogliosa di me, tra un mese e mezzo, quando avrò dato l'esame e tutto sarà pronto per la nostra nuova vita.
E tra sacro e profano metto anche uno stralcio della canzone di Raf, "non sei tu"
Non sei tu,quando mi parli così
non sei tu anche se dici di sì
amor mio, sei preda del vento che va
stretta nel colore di un momento
in un oceano dove non ti sento.
No, no non sei tu quando mi parli così
e ti addormenti mentre il tuo profilo
a voce bassa addolcisce i perché
così sospesa fra la terra e il cielo
rinasce intatto il mio bisogno di te
e se un frammento rosa ancora c'è
non ucciderlo senza un perché.
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