Il mondo in questi giorni sembra una slot machine impazzita con i numeri che continuano a girare... la prima notizia l'ho sentita che eravamo a 3.000 vittime e già mi sembrava l'apocalisse ...oggi siamo a 70.000 e ancora i numeri girano.... questa volta il mare che amo ha portato la morte.... e soprattutto la paura di morire. Aggrappati ad una palma, naufragati su qualche spiaggia o davanti alla tv, ci siamo sentiti piccoli come forse siamo, così nudi davanti alla morte. Non so fare altro, non so capire. Cavallette, terremoto e maremoto, sta accadendo tutto e io lecco le mie ferite e penso che è tutto così difficile da sopportare. Sono piccola anche di fronte alla vita.
Scrivo una canzone che può sembrare non dica niente ... ma mi fa pensare a tutti i sogni e a tutte le speranze che sono rimaste come conchiglie abbandonate sulla riva.
...alle vite spezzate
AGNESE
Se la mia chitarra piange dolcemente
stasera non è sera di vedere gente
e i giochi nella strada che ho chiusi
dentro al petto, mi voglio ricordare.
lo penso ad un barcone rovesciato
al sole in un giorno in pieno agosto
le biciclette in riva al mare.
Agnese mi parlava nella sabbia infuocata
ed io non so perché non l’ho dimenticata.
Lei mi raccontava di quello che la gente
diceva del suo corpo con malizia ed allegria
ed io che sto provando le cose che provavo ieri
non ho capito ancora se è gelosia
o se sono prigioniero di questo cielo nero
e di un ricordo che fa male
e se continuo a bere i miei liquori inquinati
è vero che quei giorni non li ho dimenticati.
è uscito un po’ di sole da questo cielo nero
l’inverno cittadino sembra quasi uno straniero
Agnese, dolce Agnese color di cioccolata
adesso che ci penso non ti ho mai baciata.